Noi italiani siamo stati sempre i primi a denigrare gli italiani, ci voleva il disprezzo degli “altri”, il risvolto di una tragedia a farci scoprire che, in fondo, un po' di nazionalismo non guasta.   

Quella notte al Giglio fa la distinzione tra eroi e codardi! Scritto d’impeto subito dopo la tragedia della nave Costa Concordia, sulla scia della frase “Salga a bordo cazzo!”, racconta i fatti come sono stati vissuti in quei giorni, gli atti di eroismo e quelli di viltà, la spacconeria e la professionalità.

Il dramma delle vittime e dei loro familiari, i traumi che rimangono per generazioni. La sofferenza è impersonata per tutti da un cane clandestino, che da spunto ad una petizione: perché i cani non sono ammessi sulle navi da crociera?

 

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23 commentiLascia un Commento

Alfio Giuffrida

01/10/2015 05:10

Cara Maria, rispondo al tuo gradito commento con la documentazione che mi sono conservata IN QUEI GIORNI, prima che scomparisse e i fatti potessero essere travisati dagli interessati. Sono pienamente d’accordo con le responsabilità della Costa Crociere! Hanno pensato solamente a far sparire un computer dove erano registrati chissà quali loschi affari e una borsa contenente delle banconote (molte) tratte dalla cassaforte. Hanno cercato di salvare la nave senza pensare alla vita dei passeggeri e senza rendersi conto del danno (irreparabile) che la nave aveva subito. Quanto al Comandante De Falco, lui non era al Giglio ad assistere a quel pietoso spettacolo, il suo ufficio era a Livorno. Lui poteva basarsi solo sulle notizie ufficiali e non che gli arrivavano. Dal brogliaccio della capitaneria di porto di Livorno, risulta che il primo avviso è arrivato sotto forma di una telefonata di una passeggera ad un Brigadiere della capitaneria (che conosceva come amico), la quale avvertiva che nel salone dove stavano cenando era caduto il soffitto e il personale di bordo aveva detto solamente di indossare i salvagenti, senza dare ulteriori spiegazioni. Il Brigadiere, informato di questa “confidenza”, ha controllato da dove poteva essere partita la nave e dove si trovava adesso. Certo su questa sola informazione non ha saltato tutta la gerarchia militare per informare il Comandante De Falco. Finalmente (ed era passato del tempo), la Capitaneria di porto di Livorno chiama al telefono la Costa Concordia e gli dicono che non c’è alcun problema grave, ma solo un black out elettrico che stavano risolvendo. Adesso non continuo perché le pagine sono molte e perché non voglio fare un Processo (i processi vanno fatti in Tribunale e non in TV, come si ripete in una discussione di questo stesso forum). Quando, finalmente, è entrato in scena De Falco, doveva risolvere un problema di incompatibilità: da più voci si capiva che la nave avesse un problema molto serio, dal personale di bordo, contattato per telefono, aveva la conferma di un guasto elettrico di poco conto. Finalmente è riuscito a parlare con il Comandante Schettino il quale “riferisce di trovarsi a bordo di una scialuppa, lato dritto, e comunica che vede tre persone in acqua”. Questa è stata la conferma della gravità della situazione che ha fatto saltare i nervi a De Falco, il quale poco dopo, ha richiamato il Comandante Schettino registrando la telefonata e pronunciando la famosa frase.

maria pace

28/09/2015 08:09

Caro Alfio... mi allaccio proprio alla tua risposta... Consentimi la franchezza nel'esprimere i miei giudizi su questa dolorosissima vicenda, anche se forse mi alienerò qualche simpatia... Tu parli di scagionare questo e appesantire le colpe di quello... io, invece non scagiono nessuno... tanto meno il Comandante De Falco ... Io (nessuno si scandalizzi, ma ho viaggiato davvero moltissimo con la Costa e so qual è la situazione di bordo...lo sapete, ad. esmpio che a bordo delle navi Costa sono davvero ben pochi a parlare italiano e io presumo che questo non abbia davvero facilitato i momenti cruciali di quella tragedia) e senza tema di essere smentita posso affermare che la responsabilità più pesante della vicenda è proprio della Costa e di quello che io chiamo "ricatto" su Schettino nel costringerlo a temporeggiare.. e qui entra in scena l'altro grave responsabile: il capitano Schettino che, forte della sua profesisonalità e capacità di guidare le navi proprio in posti pieni di insidie (era il miglior capitano,capace di guidare le navi nei fiordi del NOrd) ha peccato di leggerezza e forse di ingenua presunzione ed ha ceduto alle pressioni della COSTA... anche per conservarsi il posto.... come avrebbe fatto chiunque... (per esperienza so che non è la prima volta che una nave subisce avarie... mi ci sono trovata e l'ho saputo solo dopo, a guasto aggiustato: temporeggiare e ricattare, dunque, è una prassi molto seguita delle Compagnie di navigazione in casi di guasti, gravi o lievi che siano)... Dunque, da condannare entrambi: il capitano Schettino e la Compagnia Costa... Ma, di Schettino nessuno avrebbe parlato mai nei termini che tutti usano se non ci fosse stata la famosa frase che tu hai citato, caro Alfio... Ritornare a bordo? E come?... E qui cominciano per me le grosse responsabilità di De Falco... benchè l'aureola dell'eroe ormai lo salvi da ogni giudizio... una volta creato un santo è difficile giudicarlo... Da buon vecchio lupo di mare egli ha fatto la mossa più giusta da fare: attaccare, per non doversi difendere... perché di responsabilità da cui difendersi ne ha avute... eccome... anche lui. Allora vediamo un po' da cosa deve difendersi!... Per un'ora un palazzone enorme, illuminato e rumoroso... a poche ... pochissime centinaia di metri dalla costa... forse solo 300... dà spettacolo e vistosamente si inclina... per un'ora, dico... Mi si replica delle telefonate e controtelefonate tra la nave, terra e capitaneria di porto... ma ad un Ufficiale di Marina occorre un'ora per capire che la cosa è davvero grave?... Dove erano quelli della capitaneria di porto, intanto che dalla costa dell'isola ci si godeva uno spettacolo gratis per un'ora... un'ora, ripeto... quell'enorme nave (non una barchetta degli emigranti) che continua ad inclinarsi, le sirene che suonano... perché le sirene suonavano, poiché a bordo, così come si fa per una semplice esercitazione... figuriamoci per una cosa del genere.... Perché non c'era nessuna barca o barchetta... la Pilotina che sempre accompagna le navi fuori del porto... altri natanti... Perché a nessuno è venuta la voglia... sollecitata dal dovere.. dii aandare a vedere da vicino... un po' più da vicino... Le telefonate! si giustificano - Le telefonate rassicuravano... ma da lontano si vedeva bene quel gigante piegarsi da un lato eppure si è lasciata trascorrere un'ora... e sottolineo questo lunghissimo tempo... prima che qualcuno si decidesse a fare qualcosa. La risposta è molto semplice: perché probabilmente ... come spesso accade in Italia... non c'era personale disponibile... perché quella sera alla Capitaneria di porto mancavano capitani ed ufficiali che potessero prendere decisioni a prescindere da quello che deducevano le telefonate... In primo momento si è detto proprio questo... Si è poi cercato di coprire responsabiità?... Questo non lo so, ma posso supporlo...Dunque, anche responsabilità della Capitaneria di Porto... Perché, allora tutta la colpa è ricaduta su Schettino? Condannabile, ripeto... E' ricaduto tutto su di lui perché è il capro espiatorio ideale... Quando qui, in Italia, sono scoppiate le lodi a De Falco, io mi sono dissociata: tutti responsabili... per un motivo o per un altro ... tutti condannabili... ma come di solito avviene in Italia, le vittime non troverano giustizia, i potenti non pagano mai e nemmeno i protetti... Non ho finto, ma per ora mi fermo... ciao, ciao, Maria

Anna

27/09/2015 11:09

Lesbismo è il termine con cui si indica l'attrazione affettiva, sentimentale e sessuale tra donne, in breve l'omosessualità femminile. Con il termine lesbica si indica una donna con orientamento sessuale e affettivo nei confronti di altre donne. Il termine deriva dall'isola di Lesbo, dove visse la poetessa Saffo nel VII secolo a.C., che nei suoi versi esaltò la bellezza della femminilità e dell'eros tra donne. Fatta questa necessaria premessa rispondo volentieri al commento di Marialuisa che sostiene che se una donna “tradisce” il marito con un’altra donna è un vero “tradimento”. Personalmente non sono dello stesso avviso, perché ritengo che il “vero tradimento” esista solo in una coppia eterosessuale. L’inclinazione saffica, può essere vissuta come “curiosita” all’interno di una coppia in cerca di emozioni particolari esperienza che probabilmente si estinguerà se la coppia in questione “funziona”. Altra cosa,naturalmente, se una donna nell’approccio con una persona del suo stesso sesso, scopre delle inclinazioni a lei sconosciute e assolutamente condivisibili. Certamente la scelta della nuova identità non sarà facile, oserei dire traumatica. Scoprire la propria diversità è un percorso che richiede un’ottima capacità introspettiva ed un’autostima notevoli, specie in un contesto familiare già consolidato. Per finire, essendo profondamente laica, tutte le pratiche in uso da secoli all’interno di conventi e monasteri mi lasciano del tutto indifferente.

Marialuisa

27/09/2015 07:09

Nel libro si parla dell’amore tra due donne e ci si chiede: è vero amore? Certo che lo è! E quindi se una donna tradisce il marito con un’altra donna è un vero tradimento. Ormai l’unione delle coppie gay è accettata da tutti, compreso il Papa, solamente che da solo non può cambiare le regole. Preti e monache sono tutti santarellini??

Maurizio

19/07/2015 10:07

Gentile Sig. Alfio, nel suo libro lei hai portato degli esempi molto belli (come quello del batterista dell’orchestra della nave) in cui si parla del coraggio degli italiani. Ma forse il coraggio più grande che stanno dimostrando gli italiani (e ancora il resto dell’Europa non l’ha capito) è quello di accogliere migliaia di profughi che vengono dall’Africa, dando loro quel primo soccorso di cui ha parlato Papa Francesco e poi vedendo come poterli sistemare, con grandi sacrifici di tutti gli italiani.

Alfio

12/03/2015 05:03

Rispondo, pur con ritardo al commento di Maria Pace nella discussione su “Verismo”. Il motivo per cui mi son sentito di “dover” scrivere il libro “Quella notte al Giglio”, è stato quello di lasciare delle “Verità” su ciò che si diceva in quei giorni, in quelle ore in cui assistevamo, in diretta Tv, a qualcosa di grave, ma ancora non si capiva cosa. Questo, secondo me, scagiona De Falco, lui telefonava per sapere cosa stava accadendo, ma dalla nave, per molto tempo, rispondevano che era solo un guasto elettrico, che era tutto sotto controllo. La stessa incredulità scagiona coloro che stavano a guardare dal Giglio. Chi non viene scagionato è Schettino, che sapeva bene cosa era accaduto! E la società Costa, che lucrava sulla spettacolarità degli inchini e, ad incidente avvenuto, ha scelto di salvare, finchè era possibile, la nave (soldi), anziché le vita umane.

Alfio Giuffrida

12/03/2015 05:03

Rispondo a Vito che fa una giusta difesa del matrimonio, anche se vedrei meglio questo commento nella discussione “La Fede, la Chiesa e i prelati“, dove si parla appunto dei divorziati, visti come peccatori. Mio caro evidente tu hai avuto il grande merito di risolvere i problemi della vita coniugale usando la giusta combinazione di amore, pazienza, diplomazia, ecc.. Ma non tutti hanno avuto la stessa fortuna che hai avuto tu. A volte l’amore finisce e la diplomazia non basta a salvare una famiglia. E allora? Andare avanti con una famiglia che non senti più tua, litigando di fronte ai figli e dando loro un cattivo esempio, e tanto altro .. potrebbe essere solo Ipocrisia. In tal caso può essere un atto di coraggio prendere atto della mutata situazione e assumersi le proprie responsabilità di un errore. Una volta avevo visto che, in una chiesa che frequentavo, era scomparso un prete che avevo visto più volte. Il mistero si è risolto quando l’ho visto ... con la moglie, felicemente sposato! E allora, i preti, che hanno studiato molto la religione e la morale, possono ammettere di aver fatto un errore e rimediare allo sbaglio, ma non ammettono che un comune mortale faccia altrettanto?

Vito

18/02/2015 03:02

Caro Alfio, siamo vittime incuranti della nostra stessa cultura. Probabilmente sono fuori luogo nel tuo contesto, tuttavia medito anch'io e sovente mi sento istigato a sviscerare riflessioni che sobbalzano; ormai distinguo a stento l'insensato dal sensato.

Rosario Giandinoto

07/02/2015 04:02

Come ci fai notare tu caro Alfio il kung fu in italia nasce negli anni 70 grazie,ai film del leggendario Bruce lee che avvicinò molte persone alla pratica del kung fu ..Al giorno d'oggi sono stati fatti molti passi in avanti , sono nate molte federazioni e gli eventi organizzativi intorno ad esso sono davvero tanti sia per quanto riguarda le esibizioni che per i combattimenti sportivi come tu ben sai anche la nostra palestra si è affiliata da poco ad una federazione composta da molti stili e praticanti.....I vecchi saggi sostenevano che gli stili di kung fu erano numerosi come le stelle,.Infatti a causa delle interpretazioni dei vari Sifu fatti sul campo di battaglia si aggiungeva o sottraeva qualcosa formando dei sottostili con varie ramificazioni .Alcuni stili si sono ormai estinti anche perché non tutti avevano la possibilità di apprendere tutte le nozioni fondamentali ,altri sono stati tramandati in piccola parte ed altri hanno preferito non tramandare .Il percorso più lungo e attribuibile agli stili tradizionali che sono ricchi di forme(Tao) e tecniche , bisogna infatti investire una vita intera per poterne apprendere uno.......Lo stile tradizionale più diffuso al mondo è il Tajiquan che fa parte degli stili cosidetti "interni" in occidente molti lo usano erroneamente come ginnastica ma in realtà è uno stile di combattimento molto valido che però richiede molta dedizione e pratica per poterlo applicare in tempi brevi e non tutti i maestri moderni sono in grado di trasmetterlo in maniera corretta.Questo stile è ramificato in stile Chen , stile yang , stile wu e stile Sun è famoso per la sua utilità salutare infatti molti ricercatori hanno rilevato che ha effetti positivi nel funzionamento cardiovascolare ma in realtà praticandolo si potrà comprendere che grazie all'energia interna che si genera ha effetti ancora più sorprendenti.

Alfio

28/12/2014 10:12

Caro Vito, il fatto che tu non sia divorziato è sicuramente un tuo merito (e di tua moglie, complimenti ad entrambi) per aver saputo seguire le idee del partner anche quando non le condividevi. Però è stata anche una tua fortuna. Nel tempo le persone cambiano i propri gusti e il proprio carattere e, a volte, il partner che si è scelto dieci anni prima non è più quello adatto nelle mutate esigenze di vita. Certo i figli ne soffrono molto e, finchè è possibile, occorre fare di tutto per evitare una separazione, ma a volte, quando i litigi diventano insopportabili per se stessi e per i figli, non rimane altra soluzione. Nel libro “Quella notte al Giglio” il litigio che si era posto in mezzo tra Park e Bae era solo un pretesto, quello della crociera, ma il motivo più profondo era i l trauma di lui, che non avrebbe permesso un futuro sereno alla coppia. Questa è la discussione (una delle tante) che ho voluto avviare con quel libro: un trauma va superato assieme! Ignorarlo, a volte, può causare un danno maggiore. Anche il discorso sulle coppie gay, in quel libro, è partito da una considerazione a monte: quanto si può spingere l’affetto verso un’amica? Quando l’altruismo può diventare una deviazione morbosa ed un pericolo per la stabilità di una coppia? Anche l’omosessualità può avere mille sfaccettature e non è importante se la condividiamo a o no. Però non possiamo ignorarla! Queste sono le discussioni (morali o no, ma sicuramente sociali) che ho voluto aprire con quel libro.

Vito

26/12/2014 10:12

Probabilmente hai ragione, tuttavia il mio risentimento non ha che fare con la mia situazione: tra i numerosi amici di gioventù, sono l'unico che non è divorziato. Assisto a penosi conflitti e ripicche basati su quisquilie, tra cui il cane, oltre ai figli naturalmente. Lasciamo perdere. Resto basito di come si muova l'Italia, dunque scrivo e racconto anch'io le mie favole buttando tra le righe quel criterio di moralità che ho ereditato dai miei genitori. Presumo d'essere anch'io responsabile di una fetta del nostro futuro e mi adopero, senza pretesa. Non cerco applausi, tuttavia qualcuno mi imita o replica le mie considerazioni: ne sono contento e non pretendo diritti. Credimi, il battito d'ali, nel tempo, s'avverte. Purtroppo non ho redini da tirare e non voglio averle dal momento che voto per altri, seppure invano.

Alfio

26/12/2014 08:12

Caro Vito, la frantumazione della falla famiglia non un processo naturale, ma, purtroppo, un dato di fatto della società attuale. Sicuramente non fa piacere a nessuno rompere la famiglia che ci si è formata, ma i divorzi sono sempre più numerosi. Che tu provi a contrastare questo trauma della società, fai bene, sia per la tua famiglia che per tutte le altre. Anche io, secondo me, mi adopero a contrastare questo e molti altri mali della società, mettendo in evidenza i danni dell’Ipocrisia (che governa il mondo) e accendendo una luce con la Speranza (che ci spinge a vivere). Questa è la caratteristica culturale che vorrei dare ai miei romanzi. Quanto alle coppie gay, non si tratta di avallare o no, ma semplicemente di prenderne atto, per discuterne ed arrivare ad una situazione più consapevole. Per ritornare allo scopo di questo Laboratorio Letterario, mi chiedo: è possibile aprire delle discussioni su questi argomenti, parlandone in alcune scene di un romanzo? Se si, come parlarne?

Vito

24/12/2014 10:12

Hai menzionato la famiglia in via di frantumazione come se fosse un processo naturale della nostra evoluzione; io invece provo a contrastarlo e non mi pongo il problema dell'avverso parere. Siamo immaturi per delineare l'equo futuro, ciò non vuol dire che si debba assecondare la sua deriva. La famiglia è il punto di forza della società; lo era da sempre. La famiglia coesa è vincente alle avversità, è un timido esempio di pace tra esseri umani; ahimè, lo era. Fa breccia invece il matrimonio tra gay, che suona come inno all'estinzione della nostra specie: è sterile! Perdonami, ma non avallo questa tendenza. L'uomo gay è sempre esistito e tollerato con noncuranza fino all'avvento del cristianesimo; probabilmente dovremmo correggere qualche vecchio errore, evitando di produrne di nuovi. Credo che tu mi abbia inteso. Ciò che ognun di noi scrive, involontariamente, genererà costume, poiché non v'è tempo, né ragione, di contrastarlo. E' tardi per porvi rimedio? Il tempo stesso provvederà? Se è vero, come dici, che la giusta strada si affermerà spontaneamente, è inutile discuterne.

Alfio

17/12/2014 01:12

Carissimo Vito, tua figlia non è diversa dai miei figli e un pò da tutti i ragazzi di oggi. Perchè i ragazzi amano gli animali più di noi? Non lo so! Forse noi, da ragazzi, avevamo come ideale la famiglia e credevamo ciecamente in mamma e papà. Adesso la famiglia è in crisi e i ragazzi hanno bisogno di un volto sincero a cui confessare i propri dubbi e i loro sentimenti. Ma a volte papà parla male di mamma o viceversa, perchè fra di loro non vanno più d’accordo. E allora? Ecco che gli unici occhi sicuramente sinceri a cui possono rivolgersi sono quelli di Bau (o Miao o qualsiasi altro animale). Ritornando alla eventuale ammissione dei cani sulle navi da crociera, ragioniamo un attimo: prima il cane era costretto a dormire fuori, i più fortunati in una cuccia di legno. Adesso dormono in casa e, a quanto ne sappia io, non è morto nessuno di noi per questo motivo. Forse si esagera quando si permette ai bimbi di mangiare un gelato “assieme” al cane (tanto è vaccinato), ma non voglio entrare in questa discussione, non sono esperto. Ho detto che le cose debbono avvenire “gradualmente” perchè qualsiasi variazione brusca, anche quelle positive, può essere traumatica. Ma sono sicuro che i cani alani (quelli oltre i 30 chili), se potessero dirci il loro parere, sarebbero felici che i barboncini (da 3 chili), facciano da pionieri sulle navi da crociera, sperando che domani gli accorgimenti che sono stati sperimentati per i cani piccoli possano essere adattati anche a loro. È solo questione di tempo.

Alfio Giuffrida

17/12/2014 11:12

Caro Vito, la discussione sui divieti potrebbe essere molto più lunga di quella che hai riportato tu. Tuttavia alcuni divieti sono stati imposti a favore della nostra salute, altri sono discutibili. Ad esempio chi ritiene giusto che i bambini non siano ammessi in un ristorante dopo le 21, fa anche qualcosa affinchè le discoteche chiudano a mezzanotte (e non aprano alle 10 di sera e chiudano alle 6 di mattina)? Anche questa potrebbe essere una idea basata sull’etica, basta pensare che un ragazzo che deve resistere 8 ore al ritmo di discoteca non ha alternative: deve drogarsi! Ma forse questo contrasta con gli interessi economici di alcune persone. Quanto ai cani sulle navi da crociera, è chiaro che ci debbono essere dei limiti: di peso e tipo degli animali (non una vipera), di attrezzatura di cui debbono disporre i proprietari, ecc.. Io non sono un esperto e non mi sento di dire cosa serve, però dobbiamo prendere atto che la società sta cambiando: prima un animale era considerato un qualcosa di utile come traino (cavallo), oppure come guardiano (cane), ecc. Adesso un animale è considerato un membro della famiglia (soprattutto dai più giovani). Quindi dobbiamo cambiare (gradualmente) le nostre esigenze di vita per adattarci alla nuova realtà.

Vito

17/12/2014 10:12

Ahi, ahi, ahi. Alfio, mia figlia è un'animalista sfegatata; ha interrotto l'università per fare l'addestratice, la dog sitter e non so che altro. Le avevo regalato un cane in adolescenza e da lì è partito il calvario. Si sono aggiunti altri cani e recentemente, poiché esuberante all'eccesso, si è trasferita in un appartemento che un'altra animalista le ha reso disponibile. E' malata. La passione è incurabile e non avverte misure. Credo che guadagni più di me in virtù del fatto che le sue competenze sono richieste e non avvertono crisi. Non posso difendere l'ossessione anche se la comprendo. Mio padre aveva un cane da caccia e lo accudiva alla stregua di un figlio, ma dormiva nella sua cuccia, nel magazzino sotto casa, idem mio suocero, ma il suo cercava tartufi. Oggi, l'animale domestico è frainteso. All'opposto, non gradisco l'atteggiamento di mia moglie che detesta il contatto e scappa al solo avvicinarsi del cane. Insomma, ognuno esige il rispetto del suo spazio.

Vito

16/12/2014 04:12

La nostra libertà finisce dove inizia l'altrui libertà, dunque gli animali, seppure al guinzaglio, possono infastidire altre presenze producendo danni intangibili al promoter. Non dimentichiamo che alcune persone sono allergiche perfino alla polvere.

Elisa

12/04/2014 09:04

Certe volte a bordo ci sono bambini che fanno molta più confusione dei cani.

genialupi

07/08/2013 09:08

Giusto! Potremmo usare questo sito per fare una petizione affinchè gli animali da compagnia siano ammessi sulle navi da crociera.

Sergio da Roma

06/08/2013 07:08

Non solo, ma qualche mese dopo l’incidente della Concordia ce ne è stato un altro sempre ad una nave della Costa crociere la Costa Allegra, alla deriva nel pieno dell’Oceano Indiano dopo che era divampato un incendio all’interno della sala macchine della nave. La società non si è preoccupata del disagio ai passeggeri sotto il sole cocente e per risparmiare, l’ha fatta rimorchiare da un piccolo peschereccio che ha impiegato una decina di giorni. Vergogna!

Anita52

06/08/2013 06:08

Al processo per la Costa Concordia la pena più pesante è stata per l rappresentante della società. Al quale aveva telefonato Schettino per consigliarsi. Dunque la società sapeva e approvava queste manovre e non si è interessata di proteggere i passeggeri, ma di salvare i suoi interessi. Che ipocrisia, che pena!!!

Hachika

05/08/2013 11:08

Questa è una crociata affinchè i cani siano ammessi sulle navi da crociera! Questa è una crociata affinchè i cani siano ammessi sulle navi da crociera! Questa è una crociata affinchè i cani siano ammessi sulle navi da crociera!

Annarita L.

06/05/2013 06:05

Ma se lo immagina lei il ponte di una nave da crociera sporco di pupù o anche solo di pipì?? Penso che proprio non sia possibile per una questione di igiene.