A volte si legge un libro perchè si trova ben esposto in libreria e lo si è visto presentato in TV. Oppure perchè fa trend o ne abbiamo sentito parlare e non possiamo restare ignoranti nel nostro salottino degli amici. Ma quale scegliere? Perchè questo e non quell’altro? Per il nome dell’Autore? E la prefazione? L’incipit? Contano qualcosa? Quante persone sfogliano almeno dieci pagine di un autore sconosciuto, leggendo qua e la, giusto per giudicare se vale la pena comprare un libro di un esordiente? Un buon libro deve essere anche una espressione di cultura? Può essere utile un “Albo” dove si possono iscrivere solo scrittori culturalmente validi? E se abbiamo sentito di un libro interessante, ma non lo troviamo in libreria, abbiamo la pazienza di ordinarlo, aspettare e, se occorre, pagare le spese di spedizione?

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30 commentiLascia un Commento

Roberta

18/03/2016 11:03

Caro Alfio, certamente un libro deve mirare ad uno scopo...non si può scrivere di aria fritta e pretendere che il lettore si entusiasmi (ovviamente mi riferisco al lettore abituale, non certamente a quello occasionale che va in estasi per i libri trash frutto di operazioni commerciali mortificanti per l'essere umano)

Alfio Giuffrida

18/03/2016 11:03

@Roberta e @Maurizio, che ringrazio pur con ritardo. La premessa e lo stile fluente. Concordo sicuramente. Concordo e aggiungo una cosa: una base di fatti veri alla base di qualsiasi romanzo, perché è come il corpo umano: nessun uomo è riuscito a creare una macchina così perfetta come il nostro corpo. Allo stesso modo nessuno scrittore di fantasy riuscirebbe a scrivere una storia così interessante come quella che si basa su fatti veri.

Alfio Giuffrida

18/03/2016 11:03

Cara Roberta, grazie del tuo commento e del parere espresso. Riguardo la tematica è un qualcosa su cui ho lavorato molto da quando ho iniziato a scrivere romanzi. Un libro deve e avere uno SCOPO! Ad es. Quella Notte al Giglio ha lo scopo di ricordare che gli Italiani sono un popolo di Eroi e non di codardi, come, purtroppo, si è detto troppo spesso in quel triste periodo. Oppure “La danza dello Sciamano” ha per tema il conflitto tra i popoli.

Roberta

18/03/2016 01:03

Nel caso in cui mi trovassi ad acquistare un libro di un autore a me sconosciuto conterebbero moltissimo prefazione e scrittura (scrittura che deve essere lineare, il linguaggio forbito senza però essere pedante). La tematica gioca in ruolo decisivo se l'autore è sconosciuto. Io vado sul sicuro e quando mi innamoro di un autore, non lo mollo più

Maurizio

02/12/2015 11:12

A volte è la premessa! Di norma, il prefatore è un personaggio di livello superiore, per notorietà, titoli e capacità, rispetto all'autore. Se si riesce ad avere la prefazione di un personaggio pubblico ad un proprio libro, le probabilità di successo sono enormemente superiori.

alfio

29/06/2015 09:06

la copertina

Maurizio

03/06/2015 04:06

Lo stile dello scrittore, lo scorrere fluente della sua penna. La poesia deve essere come il testo di una canzone, proprio perché anche nella poesia c'è ritmo, musicalità e quella lunghezza del verso che dà il giusto respiro alla lettura. L’”anima fluente" di una canzone che si evidenzia nella musicalità nelle parole.

Emma

03/06/2015 04:06

Il titolo: deve essere accattivante, ti deve far venire voglia di leggerlo. Ovviamente, dopo una prima lettura frenetica, sei costretta a rileggerli e io, da giovane, l'ho fatto più volte, con immenso piacere. Ancora oggi il romanzo intrigante mi attira enormemente.

Marina

03/06/2015 04:06

Sono importanti le presentazioni e le interviste. Ma, secondo me, ciò che più fa "vendere" di più è il NOME, e faccio un esempio: se al posto del mio nome in un mio libro ci fosse il nome di Loren, Vespa, Belen... non pensate che si venderebbe di più?

Germana

03/06/2015 04:06

Per vendere occorre far conoscere il proprio prodotto! Dovresti appoggiarti ad un'agenzia di comunicazione o comunque ad una o più persone che per mestiere promuovono le pubblicazioni in vari canali fissandoti incontri con i media tradizionali. Solo così puoi uscire dalla cerchia degli amici e vendere più delle solite venti copie.

Beartice

03/06/2015 04:06

Un libro ben esposto in alcune librerie invita molto. Puoi anche cercare un ufficio stampa o un professionista che ti segue nella promozione del tuo libro ma non sarebbe efficace da solo. Il supporto della casa editrice è fondamentale, occorre che ad ogni presentazione sia presente per la vendita diretta delle copie ma non solo, occorre che ti supporti sulla sua pagina social, sulla tua e, nel caso, occorre che crei una pagina dedicata al libro.

Alessandra

03/06/2015 04:06

@Cristina, evidentemente lei è una scrittrice, per cui parla della soddisfazione sua. Però credo che le cose importanti siano solamente il nome dell’autore, il titolo e la copertina. Il resto (prefazione, incipit) non li legge nessuno.

Cristina

03/06/2015 04:06

Secondo me, una bella copertina, il proprio nome ben in vista, la propria biografia sul retro e tante pagine piene di quello che la nostra mente ha elaborato, sono già una soddisfazione. L’orgoglio di avere tra le mani il frutto di tanta fatica, qualcosa di veramente nostro, che rimarrà nei secoli dei secoli e tramanderà la nostra essenza. Per il resto, se qualcuno lo compra, meglio, altrimenti può andare bene anche così.

Claudio

03/06/2015 04:06

Per l’autore sicuramente lo è. Bisogna vedere se questa nota culturale è evidente e come viene interpretata da ciascun lettore. In effetti la domanda è piuttosto spinosa, principalmente per due motivi: il libro oggi deve necessariamente essere inteso come un prodotto culturale - anche se spesso così non è - e deve essere oggetto di un piano di marketing. Spesso lo scrittore non vede altro che la sua opera. Essendo una sua creazione, è legato ad essa in modo indissolubile. Un rapporto di amore e odio per alcuni, quasi viscerale per altri.

Lettore

03/06/2015 03:06

Sono d’accordo, istituire un Albo sarebbe una cosa buona, ma il problema si sposterebbe a chi dovrebbe gestire questo albo ed accettare o meno le iscrizioni.

Laura

03/06/2015 03:06

Sarebbe interessante se per essere iscritti all'Albo bastasse scrivere "qualcosa di culturalmente valido"... ma chi giudicherebbe quel "culturalmente valido"? Come nei concorsi letterari, spesso i vincitori sono coloro che hanno legami con l'Associazione culturale o comunque già affermati nel mondo universitario e scolastico ... In che modo si potrebbe giudicare un'opera culturalmente valida per uno scrittore pressoché sconosciuto?

Andrea

03/06/2015 03:06

Ciò che serve è: avere un genere, un filone letterario da seguire. Un “vero” scrittore è quello che una persona legge perchè sa già cosa troverà in quel libro. Camilleri ha un genere, può piacere o no, ma se compri un suo libro sei sicuro che non resterai deluso.

Sergio

03/06/2015 11:06

Un buon libro deve essere ASSOLUTAMENTE un'espressione di cultura , un contributo possibilmente positivo ad un mondo che si illude di sapere già tutto e che ha invece costantemente bisogno di ideali e di trame convincenti. Realizzare un Albo di scrittori rischierebbe di fare una sorta di selezione razziale di autori. Dovrebbe essere il buonsenso e non la speculazione economica a motivare chi scrive un libro. Dovrebbe ...

Alfio

03/05/2015 10:05

Caro Antonio, ti ringrazio per il tuo commento e … per aver letto il mio libro. Si, ho letto Agostino molti anni fa, ma lo ricordo ancora. Il brano in cui Agostino “accarezza” la madre è uno di quelli che ti disgustano per la morbosità dell’atto, ma al tempo stesso ti incuriosiscono (Moravia è stato un maestro nel dosare i due sentimenti contrapposti). Quando scrivevo “La danza dello sciamano” ho tenuto conto di quel ricordo, ma nel brano di Halima ho voluto invertire i ruoli e dare un senso diverso all’azione. Qui è Halima che accarezza il figlio con falsa morbosità, ma anche con il vero affetto di una madre e, allo stesso tempo, trae disgusto e piacere dalle carezze del figlio, ma sa che quelle sono le uniche a cui può aspirare.

Antonio

03/05/2015 10:05

Caro Alfio, hai letto “Agostino” di Alberto Moravia? Potrebbe essere un ben più profondo precursore del tipo di Verismo che dici tu, in quanto affronta un problema sociale scottante, come l’amore ancestrale di un figlio verso la madre. In forma più sottile (e più elegante) di ciò che hai fatto tu nel racconto di Halima, lascia un senso di brivido quando il figlio accarezza il corpo della madre. Solamente che allora non c’era la possibilità di partecipare ad una discussione, come sto facendo io adesso. Comunque sei stato bravo anche tu: la scena di Halima è cruda, ma molto toccante.

Alfio

04/03/2015 06:03

In una discussione su Linkedin, da titolo “Fabio Volo si o no” il suo modo di scrivere viene definito banale, ma è proprio la presenza dei luoghi comuni ad attirare i lettori e, alla fine, la maggior parte dei lettori è soddisfatta dei suoi libri. Su “Macchie di inchiostro” una recensione boccia sonoramente due libri editi da case editrici come Mondadori, perché trattano argomenti troppo comuni. Chi ha ragione? Forse il pubblico vuole effettivamente argomenti banali proprio perché un libro serve per distendersi e non per impegnarsi?

Ivan Bruno

02/03/2015 03:03

Ben ritrovato, Alfio. La Top 10 di Amazon è raggiungibile solo grazie alle vendite. Purtroppo, quasi sempre, chi compra il libro omette la valutazione, a discapito dell'autore. Amazon non offre strumenti pubblicitari, solo consigli di marketing. Per la pubblicità ci si deve organizzare da soli (Presentazioni nelle librerie, social network, recensioni).

Riccardo

19/02/2015 08:02

Il nostro corpo è stimolato da “emozioni”. Queste possono essere sia interne che esterne. Le emozioni esterne sono quelle di riferimento per tutte le azioni che coinvolgono l’interazione con il mondo esterno. Marketing e pubblicità fanno un ampio uso di emozioni, per cui una immagine di copertina ben studiata, un titolo che desta curiosità, possono generare nel nostro subconscio un impulso che ci spinge a comprare un libro, anche se è di un autore sconosciuto o tratta un argomento che, per noi, è di poco interesse.

Alfio

02/02/2015 08:02

@Luisa, se tutti facessero come te, gli esordienti avremmo la strada aperta. Penso che anche fra i nostri racconti ce ne siano molti che meritano di essere letti. Il guaio è che la maggior parte dei giovani acquista un libro proprio perchè “fa trend”, perchè se non ce l’hai rimani indietro nel gruppo di quelli che parlano delle stupidaggini che ha detto l’Autore di turno sul politico del momento. Peccato!!

Alfio

02/02/2015 08:02

@Ivan, concordo pienamente, titolo, copertina e sinossi, sono, nell’ordine, i tre elementi più importanti per scegliere un libro. Tutto questo però, a parità di Autore!! Altrimenti la cosa più importante diventa lui, il Personaggio che lo ha scritto. Riguardo a Internet e in particolare Amazon, so che ci sono delle tecniche per fare in modo che il libro appaia nelle prime pagine, se sai (o se qualcuno sa) quali, potrebbero essere molto utili per un emergente! Oppure è solo il numero delle recensioni che fa salire il libro nelle Top 10?

Alfio

02/02/2015 08:02

@Riccardo, penso che la “privazione”, soprattutto se fatta senza una convincente spiegazione, sia uno degli stimoli maggiori per invogliare qualcuno a scoprire qualcosa, sia da grandi che da bambini. Il dire e non dire, dovrebbe essere infatti uno dei metodi per fare in modo che il lettore rimanga attaccato al libro, impaziente di conoscere la conclusione, e non solo nei libri gialli. Dico bene?

Riccardo

31/01/2015 09:01

A volte è una ispirazione. Ricordo che una volta, da bambino fui attratto dalla copertina di un libro di Edgar Allan Poe. Chiesi a mio padre di comprarmelo, ma lui non volle, disse che non era adatto a me. Rimasi con quel desiderio per molti anni. Quando avevo sedici anni lo comprai di nascosto dai miei. Lo nascosi in casa ma avevo paura di leggerlo. Poi lo lessi e ne rimasi entusiasta.

luisa

02/01/2015 05:01

Difficile dare una risposta obiettiva. Credo che la scelta di un libro sia oggettiva, c'è chi lo fa solo perchè quel libro fa trend o per vantarsi di averlo letto con gli amici. Io personalmente scelgo un titolo dalla trama, non mi interessa tanto l'autore, va benissimo un esordiente, a patto che la trama sia in linea con i miei interessi. Ma una cosa è certa, per principio non acquisto mai best seller!!!!

Ivan Bruno

02/01/2015 11:01

Credo che il titolo sia la prima cosa ad attirare il lettore, in seguito viene la copertina e per finire la sinossi del libro. Può esserci un diverso criterio di valutazione a seconda del luogo di acquisto: su internet, saranno le immagini dei libri più conosciuti ad apparire sulle pagine principali di siti specializzati e, quindi, l'attenzione sarà indirizzata già in partenza; nelle librerie, in genere, si parte spediti verso il proprio reparto preferito, dando appena uno sguardo alle novità che di solito vengono esposte nei pressi dell'entrata. Io prediligo, ad esempio, le zone del fantasy, horror e grafic novels.

Alfio

28/12/2014 09:12

La domanda potrebbe essere messa in un altro modo: quando scegliamo un libro, vogliamo un classico oppure qualcosa che spezzi le regole?