Diceva così “Costa Concordia” … “Isola di Procida” …. “Comandante Francesco Schettino” … E intanto il suo cuore aveva quasi smesso di battere, i suoi occhi erano fissi sullo schermo del computer, la sua mente avulsa dalla realtà. Poi smise di leggere, poggiò i gomiti sul tavolo e mise la testa tra le sue mani, come per sorreggerne il peso, mentre i suoi occhi si riempirono di lacrime, che caddero sul tavolo e lo bagnarono.

In quel momento una mano passò leggera sui suoi capelli. Lui si voltò di scatto, sorpreso da una presenza di cui non si era accorto. Vide sua madre, che era proprio dietro di lui, che vegliava sulle sue azioni in modo impalpabile, mentre lui era talmente intento ad osservare quella foto che non aveva affatto notato la sua presenza.    

La sua povera madre, che alcuni mesi prima aveva sofferto molto, specialmente in quelle settimane in cui erano stati litigati e separati, era sempre dietro di lui, pronta a vegliare su ogni sua mossa, a proteggerlo da ogni pericolo, ad invogliarlo nei suoi desideri. Lei non pensava mai a se stessa, voleva solo che il figlio fosse felice, perché si era sacrificato fin troppo per tutta la famiglia ed in particolare per lei. Era giusto che lui avesse una vita normale, fosse libero di salire su qualsiasi nave senza preoccuparsi che sua madre stesse male. Si era resa conto che, probabilmente, era stata questa sua prevenzione contro le navi, questa sua ossessione, che aveva fatto fuggire il figlio minore fuori da casa.

E adesso chissà dov’era? Da oltre un anno era lontano da casa e non aveva dato più notizie di se. Forse era proprio a bordo di una nave? Visto che quella era la sua passione da ragazzo e il dramma del padre lui lo aveva vissuto solo di riflesso. Era stato solo Park ad interessarsi del riconoscimento del cadavere, delle pratiche burocratiche, della malattia della madre, del trauma della sorella, delle necessità economiche della famiglia, di tutto ciò che in quel momento lei non riusciva neanche ad immaginare. Mentre aveva ben chiari i sacrifici che il figlio si era accollati in tutti questi anni! E adesso la sua felicità era stroncata da questa sua paura ossessiva! Non era giusto! Adesso doveva lei ad essere forte, a spronarlo anche se lei in quel momento si sentiva morire.

 

Per lunghi mesi lei aveva cercato l’occasione propizia per aiutare il figlio e sdebitarsi dell’aiuto che lui le aveva dato, senza chiedere nulla in cambio. Voleva  finalmente liberare lui e se stessa da quella orribile ossessione. Lei era sempre dietro di lui, che vegliava sulla sua vita come solo una madre affettuosa sa fare. Ed anche in quel momento in cui lui guardava quella pubblicità che aveva scaricato da internet, in cui si vedeva la nave che aveva entusiasmato Bae, lei era dietro di lui.

Park abbassò la testa e lei lo strinse al suo petto. Lo vide piangere dalla commozione e pianse anche lei, in silenzio, senza più pensare agli incubi del passato ma solo al futuro di quel figlio che lei amava sopra ogni cosa. Fu lei stessa a consigliarli di dimenticare quei momenti tristi, che lui aveva vissuto quando era morto suo padre. Lo accarezzò e lo baciò sulla testa.

Vai da Bae, gli disse con voce seria e risoluta e dille che come viaggio di nozze farete proprio quella crociera. Dille che aveva ragione lei, viaggiare su quella nave sarà un’esperienza indimenticabile e voi avete il diritto di farla. Non preoccuparti per me, avete la mia benedizione. Solamente vi chiedo di telefonarmi ogni giorno perché quella esperienza io voglio viverla assieme a voi. Resterò a pregare ogni giorno e alla fine della giornata voi mi direte come vi siete divertiti ed io sarò felice assieme a voi.»

 

Silvia mi raccontò questo discorso piangendo di commozione e piansi anch’io. Il giorno dopo andammo subito in una agenzia di viaggi e ci informammo anzitutto se i cani fossero ammessi a bordo.

In un primo momento la signora dell’agenzia ci disse che sulle navi da crociera non era ammesso alcun tipo di animale. Unica eccezione erano gli animali di servizio per ospiti ipovedenti, ma questo non era il nostro caso. Inizialmente ci scandalizzammo di quel divieto, che ci sembrava assurdo, vista la diffusione degli animali da compagnia, ma purtroppo era così! Io dissi che i gestori delle società di navigazione dovevano impegnarsi a risolvere questa ingiustizia verso i nostri amici a quattro zampe, ma la signora scosse le spalle: non era compito suo risolvere questo problema.

Poi, vista la nostra insistenza, si mise a consultare in rete la sezione “Esigenze Speciali” del sito della Costa Crociere. Lesse che “i cani di piccola taglia, in via eccezionale, possono essere ammessi a bordo purché stiano in cabina con i padroni, se la cabina non è occupata da altre persone e, comunque, se è ben accetto dagli altri passeggeri”. «Dunque, quasi sicuramente potete portarlo a bordo. », disse soddisfatta!

Ma noi dobbiamo essere sicuri, insistette Silvia, si tratta della luna di miele di una coppia di nostri amici coreani, non possiamo rischiare che vengano in Italia con il cane, proprio per fare quella crociera e poi non possano imbarcarsi! La signora fu gentile e volle telefonare alla società Costa.

Le rispose una impiegata che dopo avere ascoltato l’esigenza, rassicurò la signora dell’agenzia e quindi anche noi che non ci sarebbe stato alcun problema ad imbarcare un cane di piccola taglia, oltretutto trattandosi di una situazione così particolare come una luna di miele.

Telefonammo quindi a Bae per darle la notizia, lei fu entusiasta e disse che potevamo fare subito i biglietti, ci avrebbe rimborsato subito con un bonifico dalla Corea.

Facemmo subito i biglietti e concordammo di inserire, come nostro omaggio di nozze, l’ingresso al centro benessere per entrambi, per tutti i giorni della crociera.