Il 2010 è stato un anno di alluvioni. E il 2014? Avremo di nuovo l’influenza del Niño?
Conoscere i meccanismi di formazione de El Niño: è questa la finalità divulgativa che anima l’analisi del fenomeno condotta da Alfio Giuffrida, Generale del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica, già autore di un’opera più ampia sullo stesso argomento. Qui l’esperto meteorologo ci conduce, con chiaro rigore scientifico -e con l’ausilio di grafici riassuntivi- alla comprensione di un fenomeno che, quando si verifica, ha effetti devastanti sulla vita umana.
Quando si parla di El Niño, la mente corre subito alle gravi ripercussioni che il fenomeno ha sulla pesca, a ridosso delle coste Sudamericane del Pacifico, là dove è diventato sinonimo stesso di carestia. Il fenomeno, però, non nasce nelle acque dell’Oceano, bensì nell’atmosfera.
È qui, infatti, che una oscillazione periodica della pressione tra le sponde continentali opposte dell’Oceano Pacifico, genera un insieme di correnti marine che, nei periodi in cui la circolazione è meno attiva, dà luogo ad una diminuzione della pescosità, conosciuta come El Niño.
Gli effetti dell’oscillazione, tuttavia, non sono confinati solo all’ambiente marino. Nell’atmosfera, infatti, genera una circolazione particolare, che è causa di alluvioni e periodi di siccità, non confinati all’America del Sud, ma estesi anche all’Indonesia e, forse, a tutta la Terra nel suo insieme.
Il fenomeno è molto complesso e senza le geniali intuizioni di alcuni illustri meteorologi del secolo scorso – i primi a intuire la stretta correlazione tra i cambiamenti dell’ambiente marino e l’atmosfera- oggi non saremmo in grado di darne una interpretazione esaustiva.
L’Autore è un vero esperto in materia, i suoi articoli al riguardo sono stati pubblicati sulle maggiori riviste scientifiche nazionali ed internazionali. Qui egli conduce una scrupolosa analisi del fenomeno, nella quale, pur obbligando a seguire con attenzione le varie fasi del suo articolato sviluppo, ha il merito di giungere alla comprensione del lettore attraverso un linguaggio che, senza rinunciare al rigore dell’approccio scientifico, rende la trattazione dell’argomento chiara, lineare e di intuitiva memorizzazione.