Come nasce un Romanzo? Dalla Fabula all’Intreccio alla Trama al Testo

Quando si vuole scrivere un romanzo, si deve tenere conto che i fatti che hanno ispirato il racconto sono la materia grezza, su cui costruire un testo che deve essere accattivante nella lettura e “dire qualcosa”. In genere si parte da episodi che sono veramente accaduti e che meritano di essere raccontati. Quali sono le cose sicuramente da fare e quelle assolutamente da non fare?

Fabula. Si inizia definendo la Fabula, ovvero la narrazione degli eventi nella loro successione logico temporale. Essa può essere costituita da eventi realmente accaduti o inventati, in genere è un misto di essi. Dalla fabula occorre estrarre la premessa, cioè l’intero romanzo in una sola frase: il conflitto e la risoluzione. Essa costituisce lo scopo che ci prefiggiamo, ciò che vogliamo dire al lettore. L'autore della fabula è colui che decide chi sono i protagonisti e come collocare le varie scene nella narrazione.  

Serve poi marcare il ruolo dei Protagonisti. I romanzi funzionano se i personaggi sono credibili, deve emergere la complessità della loro natura umana: pregi, difetti, contraddizioni.

Personaggi completamente buoni o completamente cattivi non sono credibili. I protagonisti vanno descritti con cura, far capire la loro età, aspetto fisico, personalità, interessi, ecc.. Sui non protagonisti basta dare un piccolo cenno, in genere su ciò che li contrappone al protagonista.

Dobbiamo quindi tenere conto che il motore della storia è il conflitto dei protagonisti, un bisogno interiore, un desiderio da realizzare o una situazione esterna a cui reagire. Occorre quindi coinvolgere il lettore nello spirito dei personaggi, far emergere questi conflitti uno per volta, proponendo una gamma di possibili soluzioni nelle quali identificarsi, adattarle a delle situazioni reali o immaginarie che ciascuno di noi ha vissuto o ha pensato di trovarsi dentro.

Intreccio. L'autore di un romanzo può coincidere con l’autore della Fabula oppure no. Egli infatti può raccontare una storia sia rispettando la fabula, cioè mantenendo l'ordine naturale degli eventi, sia montandoli in modo personale, secondo un ordine artificiale, per ottenere particolari effetti narrativi come la suspense.

La fabula si distingue quindi dall'intreccio, che è l'ordine in cui i vari elementi e le differenti vicende della storia sono presentati dall'autore nel testo: spesso, infatti, l'autore sceglie di non raccontare gli eventi nell'ordine cronologico in cui si sono svolti, per rendere più avvincenti ed interessanti i loro racconti.

Le tecniche narrative di cui, solitamente, l'autore del testo si serve per interrompere l'ordine logico e cronologico degli avvenimenti sono l'analessi e la prolessi. L' ANALESSI (flashback, ricordi, esperienze passate, memorie, ecc..) evoca un evento accaduto precedentemente; la PROLESSI (flashforward) anticipa il racconto di un evento successivo.

L’Intreccio è costruito in modo che i personaggi presentino il loro problema o la loro gioia e ne rendano partecipe il lettore.

Occorre che le cose siano dette con linguaggio chiaro e convincente, in modo che il lettore possa digerirle e immedesimarsi. Un abile gioco di dire e non dire, che deve avvincere il lettore e attaccarlo al libro, ansioso di scoprire come reagisce il personaggio, come interpreta la realtà degli eventi che, in genere, possono essere visti da punti molto diversi. E nell’intreccio serve sempre l’imprevisto, come spesso accade nella vita reale, che annulla lo sforzo del protagonista per adattare gli eventi alle sue esigenze ed alle sue aspirazioni. Nell’intreccio è importante scegliere il punto di vista delle singole scene che già sono nella mente dello scrittore ma ancora non sono delineate da nessuna parte. Una soluzione potrebbe essere un alternarsi di prima persona e terza persona oggettiva.  In prima persona andrebbero raccontate le sensazioni dei personaggi, le loro aspirazioni, i loro conflitti. In terza persona si possono descrivere i fatti, le esigenze dei personaggi non protagonisti che spesso si contrappongono a quelle del personaggio principale.

Trama. A questo punto si cominciano a comporre le singole scene che costituiscono la Trama del romanzo. Occorre bilanciare la presenza e l’importanza di ciascun personaggio in modo che sia chiaro chi è il protagonista e chi il contrapposto. Scegliere i luoghi e descriverli con cura, in modo che anche il lettore possa vedersi in mezzo alla situazione. Accennare al tempo, che deve essere sempre vago, a meno che non sia l’elemento che determina la successione temporale dei fatti. Le singole scene vanno poi raggruppate nei capitoli che costituiscono il romanzo. Sarebbe bene che ogni capitolo esprimesse in modo completo un fatto completo, come in un film ad episodi. I vari episodi devono essere collegati da una storia comune a tutti i personaggi che ne fanno parte.

Ogni capitolo è suddiviso in scene. Ogni scena ha un protagonista un luogo, un senso e uno scopo ben definito, che deve essere una parte integrante di tutto l’insieme del romanzo. Essa dovrebbe avere anche un unico punto di vista. Ogni scena deve contribuire allo sviluppo del romanzo, togliere le scene inutili, perchè disorientano il lettore.

La trama, quindi, è qualcosa di più della semplice fabula e dell’intreccio, per costruirla dobbiamo tenere conto di alcune regole che costituiscono lo schema narrativo:

- Situazione iniziale: situazione di equilibrio e normalità;

- Azione complicante: evento che mette in moto la vicenda;

- Sviluppo: insieme dei fatti causati dall’azione complicante;

- Scioglimento: evento che conclude la storia;

- Situazione finale: situazione dei personaggi alla fine della storia.

Nella trama occorre inoltre scegliere il Ritmo della narrazione. Se un racconto contiene soprattutto azioni è un racconto a ritmo veloce, se invece dedica ampio spazio alle descrizioni e alle riflessioni possiede un ritmo più lento. A volte il narratore interrompe la storia per un commento (descrittiva o riflessiva), per descrivere luoghi o personaggi.

Con essa si ha inoltre la possibilità di dare uno scopo al Romanzo! In essa infatti si possono inserire fatti storici, argomenti sociali o scientifici che danno al romanzo un valore aggiunto.

Tra le correnti storiche, il Verismo è un movimento letterario che si è sviluppato in Italia nel XIX° secolo. Esso trae origine dal Positivismo e subentra al Decadentismo. Gli autori aderenti al Verismo (Capuana, Verga) si prefiggono lo scopo di ritrarre in modo oggettivo e fedele la realtà, fotografare le classi e la loro condizione, comprese quelle più umili, analizzare i problemi della società.

Nell’ambito del VERISMO INTERATTIVO, ciascun capitolo dovrebbe far emergere la SPERANZA che da vita ai protagonisti in contrapposizione all’IPOCRISIA che li opprime, che li rode dentro, essendo consapevoli di una ingiustizia che tutti conoscono, ma nessuno accetta apertamente, per cui ad essa si può solo soccombere senza avere la possibilità di ribellarsi.   

 

Testo. Alla fine di tutto questo lavoro preparatorio, si può cominciare a scrivere il testo, una scena per volta. Ogni singola scena può essere preceduta da una breve scheda che la individua.

(Sc 1.2 – Dolores ricorda la sua infanzia – prima pers. - evadere, sposarsi – Quito, 1996 – Alex, Julien, Tupamaros. - - Scena del cap. 1 num. 2 – titolo – conflitto, soluzione – luogo e tempo – personaggi, oltre la prima persona.). Ciascuna scena deve contenere una premessa, uno svolgimento ed una conclusione. Il tutto deve costituire un mattone essenziale del castello che si vuole costruire. No devono esserci elementi inutili, in quanto distrarrebbero inutilmente il lettore e gli farebbero perdere il filo del discorso. 

Questo è solo l’inizio di questo quarto e più importante paragrafo.

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Naturalmente queste sono solamente CONSIDERAZIONI MIE! (Piccolo alunno di 1° ementare) C’è ancora tanto da dire .... . Si rimanda al FORUM su questo sito, per gli utili suggerimenti.