Cotacachi, un paesino dell’Ecuador, anni 80. Estella era una bambina che aveva una amica inseparabile: Dolores. Quando ormai erano signorine, lei si trasferì a Quito e Dolores, rimasta sola, voleva evadere ad ogni costo dalla vita di provincia. Estella si era fidanzata con Alex, ma continuava a frequentare l’amica e lei si era innamorata segretamente del suo fidanzato. A casa di Dolores c’era anche Beppino, suo nonno, il quale era un ex pescatore che parlava sempre del fenomeno del Niño, in particolare dell’episodio avvenuto nel 1940, quando lui era giovane e gli eventi disastrosi, legati a quel fenomeno meteorologico avevano distrutto l’attrezzatura da pesca della sua famiglia, la quale, non avendo più come vivere era ritornata in Spagna, da dove era emigrata molti anni prima.

 

Durante quel viaggio, il padre di Beppino era rimasto gravemente ferito e aveva promesso al Signore che, se si fosse salvato, per ringraziamento avrebbe compiuto il Cammino di Santiago. Essendosi salvato, aveva compiuto il Cammino assieme al figlio, il quale era rimasto entusiasta di quella esperienza. Qualche anno dopo, la famiglia si era trasferita nuovamente in Ecuador. Felipe, il papà di Dolores, era un tipo molto chiuso e veniva a casa una volta ogni due settimane in quanto lavorava a Guayaquil come guardiano notturno in una ditta di trasformazione della pesca.

Qualche anno dopo, anche Dolores si era fidanzata con Julien, nato in Francia da Etienne, un ricchissimo impresario ed Evita, una ragazza ecuadoriana che aveva cercato fortuna a Parigi. Da bambino, Julien era un accanito fan di Jim Morrison, quando “lezard” morì, lui volle andar via da Parigi. La madre, molto capricciosa, lasciò il marito e ritornò in Ecuador, portando il figlio a Otavalo, dai genitori di lei. Il ragazzo, abbandonato dalla madre, si abituò alla vita essenziale della provincia ecuadoriana, ma appena conobbe Dolores non vide l’ora di sposarla. Trovò lavoro a Lima, come guardia giurata presso l’Ambasciata del Giappone ed erano già pronti per il matrimonio, ma a dicembre 1996, un gruppo di Tupamaros attuò un maxi sequestro di persone nell’Ambasciata e lui era tra i sequestrati.

Dolores si trasferì a Lima per stare vicina al fidanzato, Alex ed Estella andavano spesso a trovarla. Una volta che Estella, per compassione verso l’amica, li lasciò da soli, Dolores, che ancora era segretamente innamorata di lui, in un momento di sconforto, gli diede prima un caldo bacio e poi fece all’amore con lui. Subito dopo erano entrambi pentiti del loro gesto, ma quando si salutarono con un bacio di addio, non si accorsero che gli ostaggi erano stati liberati, Julien, che arrivava in moto proprio in quel momento, li vide baciarsi e si schiantò contro un muro, morendo davanti ai loro occhi increduli. Loro non dissero a nessuno quel loro atto di amore.

All’obitorio la polizia si rifiutò di rilasciare la salma ai parenti, perchè voleva indagare sullo strano incidente che aveva provocato la morte del giovane. Arrivò Etienne, il papà di Julien, che fino ad allora era stato un play boy dedito solo alle donne e ai soldi. Grazie alle sue potenti amicizie, ottenne subito il rilascio della salma e la portò a Parigi, per i funerali, con il suo aereo personale, eludendo così qualsiasi controllo doganale. Sull’aereo, Evita, la moglie separata da anni, gli raccontò il suo triste declino dopo la loro separazione, mentre Julien era vissuto con i nonni. Etienne si rese conto di avere eluso i suoi doveri di padre. La morte del figlio cambiò profondamente il suo carattere, oltretutto lo martellava il pensiero di quell’incidente: cosa aveva potuto distrarre Julien, per aver fatto un incidente così banale? 

Al ritorno da Parigi, Dolores ricevette la visita di Roberto, un complice dei terroristi che lei aveva conosciuto durante il sequestro, il quale cercava un accendino, rimasto nelle mani di Julien. Lei disse di non averlo e venne stuprata perchè si era rifiutata di dar loro l’indirizzo di Alex.

I terroristi andarono da Estella, ma lei era stata avvertita, Alex non era ancora arrivato da lei, per cui telefonò alla polizia. Mentre era ancora con il telefono in mano, i terroristi irruppero in casa, ma la polizia sentì tutto dalla cornetta aperta ed intervenne subito. Appena arrivò Alex, consegnò l’accendino e la polizia scoprì che conteneva un foglietto con delle importanti notizie sui giorni del sequestro. Il testo tuttavia era incomprensibile perchè le parole erano state scritte alternatamente su due foglietti, in modo che solo avendoli entrambi si potesse capire il discorso. 

Il rapporto tra Alex ed Estella era diventato freddo, anche con Dolores con si vedevano più. Alex si era immerso nello studio del Niño, era diventato un grande esperto, cominciando a partecipare a delle conferenze. All’inizio dell’estate venne invitato in Italia per una conferenza presso il Servizio Meteorologico Italiano. Pregò Estella di accompagnarlo, era la sua prima conferenza all’estero e lui ci teneva ad avere al suo fianco la fidanzata, ma lei si rifiutò perchè era insicura del suo affetto. Poi escogitò un piano per vedere se poteva ancora credere nel suo amore, oppure a Lima era accaduto qualcosa di importante, che le impediva di fidarsi di lui. Gli propose di andare con Dolores, in modo che lei potesse approfittare di quel viaggio per visitare la tomba di Julien a Parigi. Lui accettò pur se malvolentieri ed anche Dolores fu costretta ad accettare.

Partirono assieme, a Roma lui si fermò per partecipare alla conferenza e lei proseguì per Parigi.

La conferenza ebbe grande successo, ma quando si era alle conclusioni, Alex ebbe un malore. Francesco, il suo collega italiano, lo trovò in uno stato di panico perchè voleva andare urgentemente a Parigi dove, secondo lui, Dolores era in pericolo. Lo accompagnò in aeroporto, ma sul primo aereo non c’era posto. Si sentì male di nuovo, a soccorrerlo fu Amhed, un giovane tunisino, anche lui in lista di attesa. I due si confidarono i loro problemi ed Amhed, commosso, gli cedette il suo biglietto, così Alex arrivò a Parigi quello stesso pomeriggio. 

Trovò Dolores seduta sulla tomba di Julien, con la pistola in pugno per suicidarsi. Quando era arrivata a Parigi, si era sentita per telefono con Etienne, che l’aveva accompagnata subito al cimitero e poi a casa sua. Le aveva mostrato la stanza di Julien, i ricordi della sua infanzia, ma anche delle foto che riguardavano il suo dilemma: cosa aveva distratto il figlio al momento dell’incidente? Nel cassetto della scrivania c’era una pistola, forse Etienne voleva suicidarsi. Lei l’aveva presa con l’intenzione di farla finita, non ce la faceva più a nascondere quel segreto. Ma mentre lei raccontava questi particolari, Alex era distratto da una cosa che forse Dolores non aveva notato, la tomba di Julien era stata profanata. Avvertirono subito Etienne e la Polizia e in poche ore, partì una inchiesta che li tenne tre giorni sotto interrogatorio. Poi si scoprì che a rovistare la salma erano stati i Tupamaros, che avevano cercato invano nell’intestino l’altro foglietto, che unito al primo rendeva comprensibili delle importanti notizie sul sequestro effettuato a Lima. Invece il foglietto era nascosto nella cavità un dente di Julien. 

Alla fine vennero rilasciati e partirono per Quito, ma sull’aereo Dolores gli confidò un segreto: lei era incinta. Alex rimase sconvolto da quella notizia, la vide come una punizione del fato e, dopo un paio di interminabili minuti, durante i quali era rimasto assorto, con la testa tra le mani, alzò lo sguardo verso Dolores e le disse che: il bambino deve nascere!

Per tutto il resto del lungo volo non si dissero nulla. Quando sorvolarono l’estremità della Spagna, dall’oblò dell’aereo, Dolores riconobbe il promontorio de La Coruna e Santiago de Compostela. Ricordò i discorsi che faceva suo nonno e promise a se stessa che, appena possibile, avrebbe fatto anche lei il Cammino. Quella le sembrò la Speranza a cui aggrapparsi per continuare a vivere.

Quell’idea la rese euforica, in grado di iniziare una nuova vita con l’uomo che lei amava, anche se sapeva che lui amava Estella. Quando atterrarono a Quito, Estella li attendeva per riportarli a casa. Per telefono aveva seguito con apprensione la nuova disavventura, la prova d’amore secondo lei era superata. Ma appena li vide scuri in viso, capì che era accaduto qualcosa di grave. Alex le disse del figlio e lei lo aggredì, poi aggredì anche Dolores e andò via.

Alex accompagnò Dolores a casa, ma non si dissero nulla, sapevano che avrebbero dovuto iniziare una vita assieme, anche se lui non la amava. Si salutarono senza dirsi nulla. Quella stessa sera, lei lo disse alla madre, pensando di ricevere un appoggio morale. Ma la madre era incapace di prendere qualsiasi decisione, le disse solo che avrebbe dovuto chiedere al padre il consenso per quel matrimonio.

Lei aveva un brutto rapporto con il padre. Andò da lui accompagnata dal nonno. Infatti il padre rifiutò qualsiasi discorso, la chiamò puttana e la buttò fuori di casa.

Lei cadde in un forte stato di depressione, voleva morire, chiese al nonno di portarla ad Esmeraldas dove lei giocava da bambina, riuscendo ad isolarsi dal resto del mondo. Ma la loro vecchia casa non c’era più. Si rifugiarono in una capanna disabitata, nella foce di un fiume infestato di pesci pirana.

Intanto Etienne era rimasto scosso dall’Ipocrisia di coloro che credeva amici. Durante l’inchiesta era stato accusato di essere un corriere della droga e trasportarla con il suo aereo personale, eludendo i controlli doganali grazie alle potenti amicizie. Un giornale aveva esagerato dicendo che lui non aveva un cuore, aveva approfittato anche del cadavere del figlio per trasportare la droga. Il giorno dopo era saltata fuori la storia del foglietto e giù, nuove accuse a lui, dicendo che era un complice di Fujimori nella lotta ai Tupamaros e nuovamente l’Ipocrisia di coloro che prima erano amici. Poi la rapida chiusura dell’inchiesta con un nulla di fatto.

Etienne era demotivato, aveva smesso di lavorare ed era andato in Giappone per parlare con il medico che aveva praticato l’intervento nel dente del figlio. Il medico gli fece la confidenza che il figlio era un eroe e che amava Dolores sopra ogni cosa. Decise di andare a trovarla. Andò a Guayaquil, parlò col padre, andò ad Esmeraldas, affittò un elicottero e si fece portare alla capanna. Parlò con il nonno, i due vecchi si confessarono i rispettivi segreti. Etienne gli chiese se era vero ciò che lui pensava, che a distrarre Julien fosse stato un bacio o qualcosa del genere tra Alex e Dolores. Il nonno confermò, ma subito dopo  gli disse che lei era incinta, Etienne ebbe la gioia di un attimo, ma il dubbio lo assalì e il nonno dovette confermargli che il figlio era di Alex e che, in effetti, lei non amava Julien, ma lo avrebbe sposato solo per evadere dalla vita di provincia.

I due vecchi si strattonarono, rotolarono per terra, ma non litigavano, non ne avevano la forza. Il nonno gli disse che Dolores stava pagando a duro prezzo quella gravidanza. Etienne si avvicinò alla capanna ma lei si mise ad urlare. Lui andò via ma prima consegnò al nonno una borsa piena di soldi che aveva portato per lei.

Alex rimase da solo, il padre e la madre di Dolores erano ostili verso di lui. Gli dissero di non cercarla perchè lei non voleva più vederlo, Estella si negava al telefono. Non gli rimase che dedicarsi al fenomeno del Nino, per il quale invece stava diventando un personaggio molto autorevole e popolare. Si recò in Europa ad una conferenza a Ginevra, ebbe successo, ma era infelice. Andò volontario in Malesia dove molte persone si recavano per salvare le Tigri di Sumatra, un genere in via di estinzione che gli incendi forestali e le persone stavano decimando. 

A settembre accadde in Malesia un incidente aereo a causa del fumo degli incendi. In Ecuador arrivò la notizia che “lo scienziato Alex era tra le vittime”. Estella non ce la fece più, Alex era sempre stato il suo amore, non ce la faceva vivere senza di lui. Corse all’ufficio di Alex per avere notizie, ma le dissero che c’era stato un errore, lui non era su quell’aereo.

Il giorno dopo, la solita telefonata che lui faceva ogni settimana ad Estella ottenne risposta. Alex era disperato perchè aveva ceduto il suo biglietto ad un giovane cinese che doveva ritornare urgentemente dalla moglie. Aveva restituito la cortesia che gli aveva fatto il tunisino a Roma, ma invece il Fato voleva fare giustizia con lui. Lei gli confessò che lo amava ancora e anche lui la amava. Ma sapevano che c’era di mezzo il figlio di Dolores, dov’era lei? Estella non sapeva nulla della sua fuga, gli disse che sarebbe andata subito a cercarla, voleva parlare con lei per trovare un compromesso alla loro situazione. Alex era sconvolto da tutti gli eventi che lo avevano coinvolto, disse ad Estella che aveva fiducia in lei, nella soluzione che lei avrebbe saputo trovare. Estella ragionò tutta la notte, alla fine ribaltò l’idea che aveva pensato per l’amica, adesso sarebbe stata lei a fare da “zia” a quel bambino che sarebbe nato. Prese la macchina e andò a Guayquil, parlò col padre, il quale le disse che forse era a Esmeraldas. Andò li e trovò Pablo, l’amico del nonno, il quale le disse dove si trovavano, andò fino al fiume, si ritrovò in mezzo ai pirana, rubò una piroga per trovarla, poi finalmente la vide seduta davanti alla capanna.

Finalmente si sciolsero, Dolores riuscì a parlare di nuovo, Estella la rassicurò che sarebbe tornata presto assieme ad Alex e andò via.

Un paio di giorni dopo lei ed Alex andarono a prendere Dolores, ma l’Ecuador era afflitto da piogge torrenziali. Quando arrivarono a Esmeraldas, trovarono la casa di Pablo distrutta da un’alluvione, lui non c’era. Affittarono una barca a motore per andare alla capanna, ma qualche miglio a nord videro una barca arenata sulla riva. Con il cuore in gola, si avvicinarono e videro Pablo ferito, più in la c’era il nonno morto e Dolores svenuta, con il vestito intriso di sangue. Li caricarono sulla barca e li portarono in ospedale: Dolores si salvò ma il bambino morì.

In quel momento due poliziotti entrarono in ospedale e cercarono Alex per consegnargli un messaggio del ministro in persona: diceva che lui doveva recarsi immediatamente in Messico dove la sua presenza era indispensabile per motivi di protezione civile. Alex ed Estella erano annientati dal destino, erano di nuovo liberi, ma nel peggiore dei modi. Lui reagì ai poliziotti in modo scortese, ma Estella lo fermò. Era il risvolto della fama, le persone dal volto noto non possono avere una vita privata. Adesso lui non serviva, bastava lei per pensare all’amica, sicuramente disperata nel suo letto di ospedale. Andò e la trovò con le vene tagliate, aveva tentato il suicidio. Alex venne portato via mentre lei, aiutata da un prete si preparò ad una notte insonne a fianco all’amica bisognosa di aiuto. Il prete fu quello che parlò per primo, disse che noi “non siamo padroni della nostra vita, il nostro corpo fa da involucro alla nostra anima che il Signore ci ha affidato. A lui dobbiamo restituirla dopo averla usata nel migliore dei modi, Lui ci giudicherà sull’uso che ne abbiamo fatto. Il suicidio è uno spreco della nostra vita.” Estella le disse che sarebbe rimasta sempre con loro, avrebbero costituito una famiglia in tre. Il destino aveva intrecciato le loro vite in modo indissolubile. Non sapevano ancora come avrebbero fatto a vivere in tre, volevano gioire, credere nella Speranza, ma il pensiero del domani li bloccava. Dolores, invece, cominciava ad aveva in mente solo il pensiero di farsi suora e vivere per sempre, lontano dalla vita di provincia e dalla frenesia di città, sola con la sua anima. 

Qualche settimana dopo i tre andarono a vivere a Quito in una nuova casa, Alex dovette andare in Brasile a Manaus per una conferenza. Qui partecipò ad una escursione a Humaità, ma venne rapito dai Tupamaros che avevano un campo base nelle vicinanze, nel cuore della foresta amazzonica. I guerriglieri volevano sapere da lui cosa era scritto nei due foglietti trovati nell’accendino e nel dente di Julien. Lui non aveva potuto leggere l’intero contenuto, allora loro approfittarono della sua popolarità e, come prezzo del riscatto, chiesero la liberazione di alcuni prigionieri politici. Passavano i giorni e la televisione ecuadoriana parlava sempre dello scienziato Alex tenuto prigioniero. La CIA mandò un infiltrato per farlo evadere, la notte successiva scattò il blitz, “Pablo” liberò Alex e corsero verso l’elicottero che sentivano li vicino, ma uno dei Tupamaros li bloccò, si mise a lottare con Pablo a colpi di Kung Fu, ma Pablo non poteva difendersi bene perchè doveva usare una mano per chiudergli la bocca e non farlo gridare, per non attirare gli altri guerriglieri. Alla fine il guerrigliero stava per avere la meglio, ma Alex raccolse la pistola di Pablo e sparò al Tupamaros. Fuggirono verso la radura dove li attendeva l’elicottero, Alex salì sulla scaletta di corde, l’elicottero venne colpito da colpi di mitra, il pilota fu ferito ma era ancora ai comandi, Pablo venne raggiunto da un altro guerrigliero ma riuscì a liberarsi, entrò nell’elicottero e si mise ai comandi. Riuscì a spostarsi orizzontalmente, ma si rese conto che ormai stava per cadere, erano vicinissimi al suolo, disse ad Alex di saltare e, qualche centinaio di metri più in la l’elicottero si schiantò ed esplose.

Alex era solo nella giungla, aveva una spalla rotta per la caduta ed era braccato dai guerriglieri. Corse in direzione opposta alle fiamme dell’elicottero, trovò una capanna e si nascose. La mattina dopo un indios entrò nella capanna, entrambi si guardarono con sospetto, ma l’indios era pacifico. A gesti, Alex gli chiese dove poteva trovare un telefono, l’indios lo portò in una missione abbandonata che era poco distante, nella stanza del prete c’era ancora un telefono funzionante.

Alex telefonò ad Estella, le chiese di venire lei a salvarlo, non si fidava di nessun altro, c’erano troppi Tupamaros infiltrati nella polizia. Lei disse che sarebbe venuta al più presto, gli diede il numero del cellulare che aveva comprato qualche giorno prima e gli disse di chiamarla a mezzanotte del giorno dopo. Aveva comprato il cellulare per rendersi sempre reperibile dall’unità di crisi. Estella aveva a disposizione la borsa piena di soldi che Etienne aveva lasciato a Dolores, partì subito in macchina per Lima e da li prese un aereo per la città più vicina a Humaità. Li affittò un fuoristrada e corse verso il luogo dell’appuntamento. La mezzanotte era ormai vicina, Alex era pentito di aver chiesto ad Estella di venire a salvarlo, come poteva una donna sola, riuscire dove la polizia di mezzo mondo non era riuscita a trovarlo? Telefonò scusandosi di averla messa nei guai per una missione troppo difficile, ma lei lo fermò subito, era già sul ponte che lui le aveva indicato. Lui ringraziò l’indios che lo aveva aiutato e andò, abbracciò Estella e corsero veloci verso l’aeroporto. Raggiunsero Lima e da li in autostrada verso Quito.

Alla frontiera, il doganiere li riconobbe, in quanto Alex era un volto noto. Li fece proseguire perchè lui era ferito, ma subito avvertì la polizia per annunciare che lo scienziato era libero e per scortarlo verso il più vicino ospedale.

L’autostrada venne chiusa al traffico, solo la polizia entrò per scortare lo scienziato che ormai era diventato un eroe nazionale, gli elicotteri sorvolavano la sua auto per proteggerla da eventuali attacchi dei terroristi, lui si addormentò per la stanchezza mentre lei guidava commossa ed appagata, con a fianco l’uomo che amava e sentendo la radio che parlava di loro due.  

Alex era convalescente a casa, Dolores scriveva a vari conventi per farsi suora, ma non otteneva risposta. Estella propose di fare tutti e tre il Cammino di Santiago, telefonò anche ad Etienne per dirgli che sarebbero andati a trovarlo, ma lui disse che si sarebbe unito a loro nel Cammino. Gli dissero anche del desiderio di Dolores di farsi suora, delle difficoltà nel trovare il convento cha la ospitasse e del fatto che il prossimo anno si sarebbero sposati e volevano lui come testimone. Etienne fece una telefonata a qualcuno che ancora conosceva, in un convento a Santiago de Compostela e subito Dolores ricevette una lettera in cui le si diceva che il Convento di Santa Lucia, a Santiago, era disposto ad ospitarla.

Dolores voleva partire subito per Santiago, telefonò ad Etienne per ringraziarlo e lui le disse che sarebbe venuto a trovarla prima che prendesse i voti. Il giorno dopo lui era solo mentre preparava la sua valigia, andò in banca, ma si sentì male, ritirò tutto ciò che aveva, chiamò Gustave,  il suo fidato maggiordomo, mise i soldi in una valigia e li spedì a Dolores, poi si fece accompagnare al Pere Lachaise e morì.

Si era quasi a fine dicembre 1997, i tre partirono per Parigi, andarono a salutare Julien e suo padre, sepolti uno a fianco all’altro, poi Dolores partì per Santiago de Compostela e i due fidanzati per Pamplona, da dove avrebbero iniziato il loro Cammino.

Era la vigilia di Natale, Pamplona era in festa, come per l’encierro, ma loro avevano scelto una trattoria alla buona, dove si celebrava la Nochebuena. Alla mezzanotte i commensali raccontavano i loro problemi sotto forma di “villancicos”. Estella raccontò di due ragazze, che avevano vissuto l’infanzia sempre assieme, poi lei era andata a vivere in città, dove la vita era più movimentata e inoltre aveva conosciuto un ragazzo che le voleva bene. Poi fu Alex a prendere la parola. Lui raccontò come la morte di Julien aveva sconvolto la sua vita e il suo rapporto con Estella.

Nel frattempo Dolores era a Santiago. In convento l’ambiente era sereno, ma era solo pace, oppure in quel mondo perfetto c’era anche tanta Ipocrisia? Appena fu sola nella sua cella, pensò alla sua infanzia, a Cotacachi, da cui lei voleva evadere. E poi a tutti gli eventi che erano accaduti in quell’anno disastroso.

Il giorno di Natale Alex ed Estella partirono, a piedi, per Santiago. Due giorni dopo, Dolores prese i voti: la sua bramosia della vita di città ormai era sepolta, aveva scelto l’ambiente monastico.

I fidanzati arrivarono a santo Domingo de la calzata. Passarono la sera di capodanno in un ristorantino alla buona. Poco prima della mezzanotte entrò un mendicante che chiese qualche soldo, Alex fu generoso con lui e il vecchio lo ringraziò donandogli un piccolo quadro, che rappresentava la “Notte stellata” di Van Gogh. Gli disse: “Lo avevo dipinto per venderlo durante la sfilata de: La Cabalgata Reyes Magos a Pamplona, ma tu lo hai già pagato più di quanto pensavo di ricavare. Prendilo tu, ti auguro che il Signore ti renda merito per la buona azione che hai fatto.”. Alex ricordò che voleva comprare quel quadro quando era venuto a Roma e poi non aveva potuto perchè era partito urgentemente per Parigi. Per lui quello era un segno propiziatorio.  

Poco dopo la mezzanotte, quando uscirono dal ristorante, mentre guardavano i fuochi d’artificio, Estella cadde rovinosamente e perse i sensi, era grave, sembrava morta. Erano davanti al convento di Santo Domingo de la calzata, Alex la portò dentro in cerca di aiuto. Il monaco disse che non aveva nulla di grave, ma intanto cercarono un medico. Le ore passavano veloci, era quasi l’alba del nuovo giorno, ormai quell’anno così funesto era passato. Finalmente arrivò il medico, visitò Estella e rassicurò tutti, lei era solo svenuta e ... era incinta.

Quella stessa notte Dolores sognò che Estella aveva avuto una brutta caduta. Si svegliò e corse nella cappella del monastero per pregare per lei. Le apparve la Madonna e le disse che Estella stava bene ed era incinta.

Estella si svegliò ed Alex le diede la bella notizia. Adesso dovevano decidere se continuare il Cammino come avrebbe voluto lei o agire con cautela come voleva lui. Intanto telefonarono a Dolores per darle la notizia, ma lei sapeva già tutto. Chiesero consiglio a lei e rispose che avrebbe chiesto alla Madonna. Il giorno dopo Dolores telefonò ad Estella sul suo cellulare e le raccontò che il Cammino lo avevano già fatto, in sogno, su una carrozza guidata dal nonno. C’era anche Julien ed Etienne e, assieme avevano visto tutti luoghi del Cammino, le raccontò anche un paio di particolari. Le disse poi di prendere il primo treno ed arrivare in tempo per domani alle undici. La Superiora aveva detto di essere puntuali perchè quell’appuntamento era stato fissato da chi può tutto. La superiora aveva detto che il loro matrimonio sarebbe stato celebrato a Santiago con ospiti di riguardo.

Il giorno dopo, alle ore undici in punto, Alex ed Estella erano davanti all’altare del “Convento di Santa Lucia” assieme alla Madre Superiora, c’era anche Dolores. Nel grande altare, il coro era stato lasciato vuoto, c’erano solamente i foglietti dei canti. Durante la funzione alcuni di quei foglietti, come per incanto, si alzarono e si aprirono, una mano invisibile li sfogliava, mentre il suono dell’organo era accompagnato da un coro di voci invisibili. Ma Dolores e gli sposi conoscevano bene quelle voci. Estella ed Alex erano soddisfatti, l’anno del Niño, quello meteorologico, era ormai passato.