Roma 30/6/2012
Intervista del Dr. Peppe Caridi, Presidente dell’Associazione MeteoWeb ONLUS, al Gen. Alfio Giuffrida, scrittore, autore del romanzo “Chicco e il cane”, pubblicato da Sovera nel 2012 

Caridi: Buongiorno Generale, è passato appena un anno dal suo ultimo romanzo ed eccone un altro dal nome semplice “CHICCO E IL CANE”, sembra dedicato ai bambini. Questo, in effetti, è diverso. Non più una storia avventurosa, tipo l’agente 007 che abbiamo visto nel primo romanzo “L’anno del Niño”, o i racconti storici di “Deserto Verde”, che ricordavano un po’ il “Codice da Vinci” di Dan Brown. “Chicco e il cane” è una storia commovente, che potrebbe essere vera, costellata di argomenti scientifici e di attualità, come il caso di Emanuela Orlandi. Ci racconti come è stato ispirato a scrivere questo libro. 

Giuffrida. Come ho già detto altre volte, lo scopo che mi ha spinto a scendere in campo come scrittore è stato quello di seguire, nel mio piccolo, l’esempio che ci dato l’allora Colonnello Bernacca: quello di portare l’interesse per la meteorologia nella casa di tutti gli italiani.
Ma le notizie scientifiche, pur se interessano molto la gente, possono essere viste solo come delle curiosità, slegate tra loro. Per avere un filo conduttore, serve una storia che le tenga assieme. Ma anche in questo caso ho voluto ideare una storia che potrebbe essere vera, di quelle che avvengono quotidianamente nella nostra società. Il resto, sono tutti fatti ASSOLUTAMENTE VERI, vissuti nella mia esperienza di meteorologo, oppure argomenti scientifici o di attualità, sui quali vorrei accendere dei riflettori, in modo che se ne possa parlare più diffusamente nelle case di tutti gli italiani o nei talk show televisivi, che sono quelli che danno l’avvio ad ogni discussione.
La storia “Chicco e il cane” nasce da due fatti veri: un giorno, mentre percorrevo la “via del mare”, sono stato colpito dalla tristezza di una cagnetta che camminava verso Ostia con le mammelle penzolanti. La storia che vi ho costruito sopra penso sia facile da immaginare. L’altro fatto vero è stata una conferenza organizzata dall’associazione FEDERASMA a giugno del 2003, alla quale ho effettivamente partecipato, nella quale ho parlato di come la meteorologia poteva essere utile alle persone che soffrono di allergie. Adesso, nei mesi primaverili, alcuni siti diffondono una previsione dedicata alle persone che soffrono di allergie legate alla dispersione dei pollini nell’atmosfera. 

Caridi: Nel libro lei sottolinea la perplessità dei genitori di una bambina allergica ad accogliere un cane in casa. Se ho capito bene è questo il suo modo di stimolare le discussioni: presentare una situazione realmente possibile ed analizzare le riflessioni dei protagonisti! 

Giuffrida. Esatto! Al giorno d’oggi, molte persone che hanno un bambino allergico, pensano che un animale in casa, con il suo pelo, possa peggiorare la malattia del figlio. Invece, nella maggior parte dei casi, non è affatto vero. Spesso un cane o un altro animale domestico, può essere di aiuto a socializzare, soprattutto quando il bambino ha qualche difficoltà. Così ho voluto portare questa idea ad un caso estremo, quella in cui la malattia che affligge il bambino è una di quelle notoriamente “non curabili”. Quello raccontato in questo romanzo è un caso disperato, di quelli che sconvolgono le famiglie ma, come nei miei precedenti libri, interviene la “speranza”, che  non deve abbandonarci mai, così come il Manzoni faceva intervenire la “provvidenza”. E la fede nella speranza è espressa in un brano che, se letto con attenzione, può farci riflettere su un pensiero molto profondo.
Una penna, un foglio ed un calamaio ad un tratto diventano animati e si mettono a reclamare la prerogativa di avere scritto un bellissimo racconto. Ma la mente sa che solo lei è l’autrice dell’opera. Eppure, … ad un tratto tutti e quattro capiscono che il vero autore è un altro! E qui la domanda per una profonda discussione: siamo noi i veri genitori dei nostri figli? Oppure a “farli” è stato qualcun altro? Siamo noi i veri responsabili delle nostre azioni, quelle buone e quelle cattive, oppure il nostro arbitrio nel compierle serve solo a qualcuno che dovrà giudicarci? 

Caridi: Caspita, è proprio vero! Questo argomento dovrebbe essere affrontato in uno dei tanti talk show  che vediamo in televisione, sarebbe davvero interessante! Certo che il suo modo di coinvolgere le persone è sottile, ma sicuramente efficace. E, mi dica, quale è il vero motivo per cui ha ripreso il caso di Emanuela Orlandi, che sta diventando sempre più di attualità?

Giuffrida. Quando è stato scritto il libro, ancora non era stata aperta la tomba di De Pedis, che ha dato nuovo interesse a questa oscura faccenda. Il fattore che volevo mettere in discussione era un altro: se subito dopo il sequestro non fossero stati dati in pasto alla stampa tutti i particolari del rapimento, la giustizia avrebbe potuto svolgere la propria inchiesta con maggior precisione? Oggi, in tutti i delitti che accadono, i media intervengono molto pesantemente.
Alcuni giornalisti non si limitano a dare una informazione al pubblico sui fatti che sono accaduti, ma assumono una parte attiva nell’inchiesta, cosa che sicuramente fa aumentare l’audience. Tuttavia in tal modo influenzano notevolmente l’opinione pubblica, che spesso condanna o assolve, secondo ciò che sente dire in televisione. Ma i giudici, quelli togati, possono restare immuni dal giudizio dell’opinione pubblica? Oppure, almeno in piccola parte, ne restano coinvolti, a tutto danno della giustizia?
Le persone sono molto interessate ai fatti di cronaca, ma ciò è perché hanno effettivamente voglia di giustizia, o è solo una morbosa curiosità? Tutti siamo pronti a condannare le azioni degli altri, ma in quel momento pensiamo alle nostre? Oppure, come dice il giudice: “Era proprio l’Ipocrisia, quella con la “I” maiuscola, che governava la Giustizia, la Politica, la Società, TUTTO!!!”? 

Caridi: Anche questo è un argomento molto interessante, da discuterne. Tuttavia, la vera protagonista di questo romanzo è Molly, la cagnetta che è stata bistrattata dagli uomini, che le hanno procurato inumane disavventure ed ammazzato i cuccioli sotto i suoi stessi occhi. Eppure lei riesce a perdonare i suoi carnefici e alla fine è lei a diventare la “mamma” dei due bambini ammalati, adottandoli come se fossero proprio i suoi cuccioli. 

Giuffrida. Noi persone ci sentiamo superiori rispetto agli animali perché sappiamo costruire una casa o guidare un’automobile. Ma, nelle cose veramente essenziali, come gli affetti, possiamo ugualmente dire di essere superiori? Il romanzo vuole farci ragionare proprio su questo argomento: quali sono le cose essenziali della nostra vita? Eppure le conosciamo bene, quelle a cui dobbiamo ispirarci nel compiere le nostre azioni. Sono davanti ai nostri occhi, le compiono molto bene anche gli animali. Tutto il resto è futilità! (Tutto il resto è noia! Come ha detto qualcuno.)
Il libro affronta anche un altro argomento interessante: quello del padre padrone. Era un argomento impellente un secolo fa, all’epoca della emancipazione della donna, ma sta tornando attuale adesso, a causa dello sbandamento della famiglia che, spesso, è causa di una mancanza di guida nei giovani, per cui essi trovano difficoltà a prendere le loro decisioni. E allora? Se il giovane è indeciso o lascia fare …, ecco che ritorna lo spettro del padre padrone.
Ma anche il giudice ha il suo ravvedimento: «Chi sono io, che da sempre ho voluto decidere il destino di mia figlia? ». E con la mente ritorna al periodo spensierato della sua infanzia, quando ci si divertiva con poco: i primi spettacoli televisivi, le passeggiate scolastiche, il gioco dei bambini “Se avessi una bacchetta magica”. Ed è proprio il ricordo di quei momenti felici e l’impossibilità di riviverli,  che lo spinge ad una azione estrema.
E quel pensiero mette il dito su un’altra piaga della frenesia con cui affrontiamo la nostra vita: siamo sempre più individualisti! Già perché lui era vissuto sempre da solo, in quanto nessuno aveva osato contraddire le sue idee. “Le guardò con affetto, o forse con amore, non era sicura di ciò, lei non si era mai chiesta che differenza ci fosse fra i due sentimenti.” È la frase che la moglie sussurra guardando le camice del marito, ma lei è incapace di pensare e la colpa è di entrambi, perché lui l’ha abituata così. 

Caridi: È proprio vero, ci sono tantissimi argomenti interessanti, su cui si dovrebbe discutere. A me è piaciuto molto l’accenno che lei ha fatto al “telelavoro” e alle sue applicazioni. Penso che un giorno potrà essere molto utile e risolvere moltissimi problemi, soprattutto quelli dei diversamente abili. Su altri non avevo fatto caso, ma adesso che lei me li ha fatti notare, non vedo l’ora di discuterne con qualcuno.
In effetti, il suo modo di scrivere è diverso dai libri a cui siamo abituati finora, sono delle storie vere nelle quali sono interposti degli argomenti di attualità, sui quali riflettere e iniziare una discussione. Un nuovo genere che definirei “VERISMO INTERATTIVO”, per la possibilità che da al lettore di diventare lui stesso protagonista, partecipando alle discussioni che si aprono dalle sue pagine!
Ho già avuto modo di constatare che alcuni suoi articoli, pubblicati sulla rubrica “La meteo pillola” del mio sito  http://www.meteoweb.eu    e spesso tratti proprio dai suoi romanzi, hanno avuto moltissimi commenti. 

Giuffrida: Proprio così, ogni mio libro è pieno di argomenti risolti o da risolvere mediante una discussione tra i lettori. E poi ce ne sono altri appena accennati, da scoprire con la sottigliezza della nostra mente, come ad esempio il fatto di tenere un’arma in casa, anche solo per proteggersi. È una cosa positiva o no?
Ma in fondo non dobbiamo scoraggiarci, il mondo è andato avanti da millenni, pur con i suoi difetti ed i suoi problemi, non possiamo risolverli tutti in una sola generazione. Alla fine il romanzo ci porta in un mondo incantato, quello dell’associazione ”L’Arca di Rita”, dove Rita vive la sua vita a contatto con la natura, con gli animali, con coloro che hanno bisogno della sua opera! Una vita fatta di sacrifici, ma anche di soddisfazioni, perché con il suo operato riesce ad aiutare il prossimo. “È la speranza che scalda i nostri cuori  e fa girare il mondo.” 

Caridi: Caro Generale, penso che con quest’ultima frase lei abbia dato un senso alla vita di tutti noi e la ringrazio per le sue argute parole. Posso chiederle, in confidenza, un’ultima cosa? A quando il prossimo libro? Sono impaziente di leggerne un altro! 

Giuffrida. Forse a breve avremo un altro romanzo davvero interessante. Ma ci saranno degli argomenti del tutto diversi!