Questo è un brano del romanzo “Un triangolo rosa”, di Paolo Arigotti. Il testo è “Proprietà letteraria riservata” dell’Autore. La pubblicazione di parte di esso su questo sito è stata effettuata con il permesso dell’Autore, che ne ha inviato una copia in formato editabile all’amministratore del sito.
Riporto uno stralcio del mio romanzo, dove ho tentato di esprimere la mia visione sulla posizione della Chiesa concernente certi temi molto dibattuti...
- Io penso che tu, ormai, abbia vissuto abbastanza a lungo vicino alla Chiesa per comprendere che, al pari di ogni altra istituzione terrena, non è perfetta: la perfezione non è per gli uomini, appartiene solo di Dio. Noi siamo creati a sua immagine e somiglianza, è vero, ma non potremo mai avvicinarci a Lui.
- Mi sta, forse, dicendo che la Chiesa accetta nel proprio seno situazioni che pubblicamente condanna?
- Ti sto dicendo che dobbiamo imparare dal messaggio della misericordia e dell’amore che qualcuno ci ha insegnato quasi duemila anni fa – disse indicando il crocifisso appeso alle sue spalle.
- Io non avrei mai pensato di sentirla dire questo.
- Proprio tu che hai conosciuto, per via del tuo lavoro, tanti matrimoni in crisi dici questo? Ora sono io ad essere sorpreso.
(omissis) sapeva che dietro diverse cause matrimoniali, giunte all'attenzione dei tribunali ecclesiastici, c’erano casi di omosessualità.
- Tanto tempo fa, preoccupato per la situazione politica, io stesso proposi a Marco di costruirci una vita normale per celare la nostra condizione – confidò (omissis) – Ma lui non accettò.
- E tu hai rispettato le sua volontà, evitando di cadere nell'abisso dell’ipocrisia.
- Mi sorprendo una volta di più.
- Dato che siamo in vena di confidenze, e che questa conversazione rimarrà tra noi, si te lo dico. Purtroppo l'ipocrisia è un peccato molto diffuso tra gli uomini, compresi i cattolici – disse il prelato sorridente.
- Quindi non ci caccerete?
- Perché mai dovremmo rinunciare a due collaboratori così in gamba? Io spero che non sarete voi a volervene andare.
- Come potremo conciliare le cose?
- Ora, purtroppo, debbo chiedervi di fare ricorso a quell’ipocrisia che poco fa ho tanto denigrato: dovrete vivere la vostra condizione nella massima discrezione, ma non vi chiedo di ingannare la buona fede di due donne innocenti. Cercate di essere riservati, niente di più.
- Ne parlerò con (omissis), lui ha preferito non essere presente oggi ...
- Aspetto di conoscere la vostra decisione, ma spero accetterete.
- Posso rivolgerle un'ultima domanda: credete che Dio ci amerà anche così?
- Dio ci ama tutti, figlio mio.