Stefano è un giovane militare dell'Aeronautica. Appassionato di sport e di musica, suona la chitarra e il suo gruppo preferito è quello dei Queen. Fin da piccolo, la sua passione è stata la lettura, lui non si limita a leggere, ma dialoga con i libri, immagina, commenta, vive le storie che legge.
A 26 anni ha deciso di scrivere lui un libro: è una raccolta di tre storie brevi, di altrettanti eroi moderni. Le storie sono una diversa dall'altra ma legate da un filo conduttore. Il testo non presenta capitoli ma il tutto è scandito da una Voce Narrante che aiuta nella comprensione dei racconti quando non sono i protagonisti a parlare, spiega il perché e il come dei fatti, come se le storie fossero delle testimonianze oppure esperienze prese da dei diari segreti. Solo alla fine sarà svelato quale sia il filo che accomuna i protagonisti.
Anche lui trae le sue storie da “fatti veri”, il che lo accomuna al “Verismo Interattivo” di Alfio Giuffrida: inserire nel testo dei racconti degli argomenti sociali o di attualità che poi possono essere discussi nel Forum di questo stesso sito (vedi la discussione “Autori Emergenti: come vi sembrano i brani proposti?”). 
Gli argomenti trattati da Stefano sono molti: amicizia, amore, coraggio, determinazione, spirito di sacrificio, giustizia, bene e male, esempio, eroismo, ed altri ancora.
L' e-book è gratuito al seguente link: https://www.smashwords.com/books/view/741009 
Stefano è presente in rete: @garat90 su Instagram - @stefanosfgc su Twitter.
Per chi volesse contattarlo, la sua email è garat90@gmail.com .  
 

Si riportano tre brani del libro “Storie Fantastiche di Gente Comune”, di Stefano Valente. Il testo è “Proprietà letteraria riservata” dell’Autore. La pubblicazione di parte di esso su questo sito è stata effettuata con il permesso dell’Autore, che ne ha inviato una copia in formato editabile all’amministratore del sito.

 

Primo brano. Tratto dalla prima storia Esempio e Disciplina
Amore.
Sentimento di percezione e attrazione. Al di là di ogni concetto razionale. Inspiegabile.
Un’immagine. Amare è chiudere gli occhi e continuare a vedere.
È lì, nella propria testa, incancellabile; la persona amata è proprio lì, ogni volta, chiara nell’oscurità.  Ricordo etereo.
Amore è desiderio, ogni priorità decade; ciò che conta è la voglia di quotidianità. Quella voglia di trascorrere ogni istante della giornata con quella persona. Il resto non esiste.
«Ciao, io sono Giulia».
Una voce splendida, dolce e carezzevole. I suoi occhi verdi mi colpirono, facendomi subito innamorare. Secondo una leggenda, la ninfa dagli occhi verdi si pettinava al sole e il cacciatore si innamorò di lei solamente guardandola; la mia ninfa, però, non era malefica come quella del racconto, che fece annegare il cacciatore nelle gelide acque del lago. Giulia era gentile, oltre a essere straordinariamente bella. I suoi capelli castano chiaro si illuminavano al sole come spighe di grano.
Strana sensazione l’amore: quando la vedevo, tutto spariva. Persino gli ideali di esempio e disciplina non esistevano più. Non distinguevo il giusto dallo sbagliato; c'era solo lei nella mia mente. Si dice che l’amore sia il più arduo tra i giochi della vita; per un famoso cantante italiano è addirittura “l’unico gioco che non vincerai”. Ed è vero. Siamo perdenti non appena iniziamo a giocare.  

Secondo brano. Tratto dalla seconda storia Il Farmaco Letale
Ci siamo accomodati ai nostri posti, proprio davanti la Tribuna dell'Udienza. Da lì, il dottor Ercoli ha dato inizio alla conferenza.
“Vado a cantare di Pallade Athena, colei che dà la pace molto felice, la sazietà e la salute”. “Conoscete gli Inni Orfici?”
Silenzio in sala. “No? Non mi stupisco.
A dire il vero neanche io ne sapevo l'esistenza fino a questo pomeriggio. Lasciamo l'interpretazione delle opere mitologiche agli studiosi che se ne occupano e noi, uomini e donne di scienza, impegniamoci invece a salvare questo mondo vessato da così tante malattie. Un incipit letterario era però doveroso, poiché lo stesso simbolo della nostra azienda rievoca la dea greca della sapienza. Athena, il nostro prodotto più stravolgente, porta la pace e la salute a tutti coloro che sono affetti dal morbo di Parkinson e Alzheimer”.
Standing ovation. Tutti e trecento gli ospiti si sono alzati e hanno dato il via ad un lungo applauso, me compresa. “Illustri ospiti, dieci lunghi anni sono passati. Quanti studi, quanto lavoro estenuante abbiamo impiegato affinché la nostra piccola molecola diventasse ciò che è oggi: un farmaco sicuro, efficiente ed efficace. Non vi nascondo la fatica, i sacrifici, gli orari proibitivi e le notti insonni che col team di ricerca della Golden abbiamo sopportato in questi anni, ma vi assicuro che non va a noi il merito. Signori, colleghi, il successo di Athena nasce dal suo principio attivo, la curcumina. Fin dalla sperimentazione preclinica abbiamo potuto appurare i suoi effetti terapeutici; già durante gli studi in vivo sui topi abbiamo osservato la diminuzione drastica del 40% degli accumuli di beta-amiloide e alfa-sinucleina, somministrando ai soggetti trattati piccole dosi di curcumina in un determinato periodo di tempo”.
Secondo voi Athena è davvero il miracolo del secolo? Cura davvero il Parkinson e l'Alzheimer? Ne siete sicuri? Come ha detto Chiara nel suo intervento durante la conferenza, è tutto così semplice? Non è tutto oro quel che luccica.  

Terzo brano. Tratto dalla terza storia Una Scelta Audace
Si narra che il tempo non potrà mai cancellare dalla memoria le grandi imprese. Spero che ciò che sto per fare verrà ricordato. 
Possa il mio gesto cancellare ciò che è stato e ripari alla mia ingenuità.
Mi chiamo Matteo Cesari, sono un avvocato. 
La maggior parte delle persone non ha chiara la finalità della mia professione. Non capisce dove voglio arrivare con le mie arringhe. Io credo nella giustizia e nel rispetto della legge, di fronte alla quale siamo tutti uguali, e mi batto per loro. Secondo l'articolo 24 della nostra Costituzione, la difesa è un diritto inviolabile: ogni cittadino, nessuno escluso, chiamato in giudizio ha il diritto di difendersi per la propria tutela.
Non fraintendetemi però, vi prego. Chi è colpevole deve pagare. Ma è giusto anche dare una seconda possibilità, e anche questo è il mio lavoro. I miei assistiti devono essere consapevoli delle loro azioni; devono comprendere i loro sbagli, se li hanno commessi, così da potersi reintegrare nella comunità.