Questo è un brano del romanzo “Mondi Perduti”, di Ivan Bruno. Il testo è “Proprietà letteraria riservata” dell’Autore. La pubblicazione di parte di esso su questo sito è stata effettuata con il permesso dell’Autore, che ne ha inviato una copia in formato editabile all’amministratore del sito.

Adam aprì gli occhi, la vista era ancora offuscata. Sfumature di colori bizzarri iniziarono a trasformarsi in qualcosa di più concreto, ma ancora non capiva bene quale fosse la situazione, tanto si sentiva assonnato. Braccia e gambe erano come cadute in letargo, mani e piedi non rispondevano ad alcun comando. Anche la testa era bloccata: si accorse di poter muovere solo gli occhi, attraverso i quali scoprì di essere nudo. 

Era seduto su una specie di poltrona scolpita nella roccia rossa, da cui lunghi cavetti di plastica fuoriuscivano serpentini per trafiggergli il corpo. Non provava dolore.

Lo spazio era molto ristretto, luci arancioni si riflettevano ovunque tramite led sparsi sulle pareti grondanti sangue. Ora aveva l'impressione che le mura pulsassero di vita propria.

Quello che sembrava un grosso bulbo apparve dal soffitto e scese verso di lui, sbocciò e un grande occhio azzurro lo osservò inespressivo; un piccolo altoparlante, nella parte inferiore, ricordava il ghigno malefico di una bocca.

L'uomo non provò emozione alcuna, come se osservare quelle cose equivalesse a guardare le nuvole.

- Benvenuto all'Inferno, Adam, - proruppe una rauca voce femminile. - Resta comodo, hai davanti l'eternità per soffrire dei tuoi peccati terreni.

- Cosa? - la parola gli venne fuori insieme allo stupore, più che per la strana comunicazione, per il fatto che potesse muovere la bocca. L'occhio ripeté la frase.

- Che razza di storia è questa, chi sei tu e perché sono prigioniero?

- Io sono un simulatore demoniaco e tu non sei stato catturato, sei solo morto.

- Mi hai preso per uno stupido? Cosa sono questi cavi che mi avete conficcato nella pelle? Non sento più nulla, mi state iniettando della droga?

- Tutte queste domande sono inutili perché posso leggerti nella mente e trovare la risposta più appropriata a ogni tuo dubbio: nel tuo subconscio sai già dove ti trovi, ma stai anche pensando che questo luogo ti sembra troppo tecnologico per rappresentare l'inferno; in verità, questa è la proiezione del tuo credo contemporaneo, tutto si è evoluto con il passare dei secoli. Sono lontani gli anni in cui i demoni torturavano le anime dannate tramite dolore fisico.

Dopo una breve pausa di riflessione, Adam si ricordò di chi fosse.

- Affermativo, - continuò l'occhio - eri uno scienziato di fama mondiale specializzato in genetica molecolare. Guarda.

Il bulbo si richiuse per poi riaprirsi subito dopo e mostrare un grande schermo a colori.

L'immagine di un giovane e distinto Adam apparve mentre riceveva il premio Nobel per la medicina.

- Ricordo tutto, avevo scoperto il modo per prolungare la vita.

La voce continuò per lui: - E stavi per dichiarare al mondo l'intenzione di abbattere il fardello della morte tramite la trasmigrazione della coscienza in un essere artificiale, quell'essenza che noi, per definizione, chiamiamo anima.

- Proprio così.

- Adam, hai sempre cercato di superare i tuoi limiti e ti sei posto al di sopra di tutti, compreso Dio. A causa della tua superbia sei condannato all'Inferno, dove assisterai a come le cose andranno avanti senza di te. Vedrai il Paradiso in cui andranno tutti i tuoi conoscenti, sempre che il loro profilo in terra non cambi.

- È assurdo, ora sono sicuro di esser stato drogato. Allucinazioni, sensi alterati. Ricordo di aver costruito la macchina per effettuare il trapasso nel corpo biomeccanico. Avevo deciso di testarla su me stesso, come primo essere umano, tanto ero sicuro dei miei calcoli e della riuscita. Lo stavo per fare.

- No, Adam. E i tuoi pensieri sbagliano, non sei stato rapito né dai Giapponesi né dai Russi. Sei solo morto.

- Basta con questa idiozia della morte. Sono uno scienziato, non uno stupido contadino, pensate davvero ci caschi?

- Guarda questo! - proruppe la voce.

 Lo schermo mostrò due anziane persone, mano nella mano, intente a osservare verdi foreste amazzoniche drappeggiate da cascate nate dalle nuvole; due arcobaleni si incrociavano nella schiuma sonante.

- Quelli sono i miei genitori, ma sono morti da anni; perché siete ricorsi a simili trucchetti olografici? Per spaventarmi?

- Stanno piangendo per te. Erano così orgogliosi del tuo successo e allo stesso tempo ansiosi di riabbracciarti in paradiso. Hanno sperato sino all'ultimo che tu potessi redimerti e rinunciare ai tuoi folli progetti blasfemi.

 Il labbro dell'uomo tremò per un breve istante, poco prima che gli scappasse un sussurro: - Basta inganni.

- Nessun imbroglio. Osserva il momento in cui la tua anima ha lasciato il corpo terreno - ribatté la voce.

 L'immagine mostrò un Adam solitario che rientrava a casa, a piedi, in uno stato di ubriachezza indecente.

- Era la sera in cui festeggiai la riuscita della migrazione dello scimpanzé Alfa nel prototipo Omega. Il soggetto aveva ripetuto tutti gli esercizi di riconoscimento appresi dal vecchio corpo.

 Adam si osservò mentre attraversava la strada tra maldestri passi di danza. Un camion giungeva ad alta velocità e gli abbaglianti lo accecarono tanto che dovette proteggere la vista con il braccio.

- Ero ubriaco, lo ammetto, ma sapevo che dovevo levarmi da lì.

- Lo sapevi, ma invece di scansarti hai preferito inveire contro l'autista che, invece, stava per riuscire a evitarti.

In effetti, Adam barcollò proprio nella direzione in cui il mezzo prese ad andare. Biascicò alcune parole un attimo prima dell'impatto: - E spegni quei dannati fari!

- Fino all'ultimo ti sei sentito tanto padrone della vita da pensare di poter ordinare al camionista di fermarsi e lasciarti passare. Non riuscivi nemmeno a parlare bene la tua lingua: se avessi deciso di stare zitto e non muoverti, invece di farti condizionare dagli spasmi del nervosismo, saresti caduto dalla parte opposta.

 Ora Adam ricordava tutto, per quanto gli sembrasse assurdo. Il suo stato d'animo invocava lacrime che si rifiutavano di uscire.

Lo schermo scomparve e l'occhio riprese a scrutarlo.

- L'inferno che ti attende è una fredda guerra psicologica. Impazzirai, Adam, per poi tornare sano di mente e ricominciare tutto da capo.

- Non vedo proprio come tu possa riuscire a fare questo, a me, che sono la persona più fredda e calma del mondo.

- Questo lo testerai tu stesso. Sai quale sarà la cosa con cui inizierò a punzecchiarti?

- No, dai, illuminami.

- Si tratta di una semplice notizia relativa alle tue ricerche. Se non ti fossi fatto ammazzare come un cretino saresti divenuto immortale.

 Una scintilla di pazzia si insinuò nel profondo subconscio di Adam che iniziò così il suo primo giorno all'inferno.