Per gentile concessione della scrittrice Maria Pace 

Il BENU o BENEV, meglio conosciuto come FENICE, Uccello dell’Annunciazione e Ambasciatrice della Vita e della Luce, è sicuramente il simbolo più affascinante della mitologia egizia.  I Greci ne tradussero il termine in Phoi-nix, da cui Fenice.

Già Erodoto e Tacito ne parlano, ma nessuno dei due riesce a cogliere il profondo simbolismo del “Principio della Via” racchiuso in questa che è una “Epifania” o Apparizione di Dio.
I due autori, infatti, riducono questo simbolo  straordinario in una splendida, ma semplice favola.
Erodono racconta:
“Questo uccello, dall’aspetto di aquila e dal piumaggio d’oro rosso-fiammeggiante, ogni cinquecento anni volava dall’Arabia ad Eliopoli trasportando in un uovo la salma del padre per seppellirla nel Tempio di Ra, il Dio-Sole.” 
Si tratta, dunque, di una delle tante leggende sorte intorno a questo mitico uccello, ma che si distaccano notevolmente dal suo vero simbolismo originale.
E Tacito se ne allontana ancora di più con il suo racconto. Egli ci narra che la Fenice si costruisse un nido in Arabia, dal cui interno, dopo cinquecento anni, usciva una nuova Fenice che uccideva il padre e lo bruciava per poi andare a costruirsi un nuovo nido.
La leggenda più suggestiva, ma ancor più lontana dal mito originale egizio, è certamente quella che vede la Fenice, sempre dopo cinquecento anni, salire sul rogo di un pira di legni odorosi di resine e risorgere dalle sue ceneri. 
Ma qual è il mito originale nato in Egitto e facente parte della Dottrina Eliopolitana?
Qui, la Fenice non è simbolo di morte, ma Principio di vita e la fiaba greca è lontana anni luce dal simbolismo ieratico egizio. 
Nella  mitologia egizia il Benu era una delle forme primordiali assunte da Atum, il Dio Supremo, per annunciare  l’avvento della Vita e della Luce all’interno del NUN, le Acque Primordiali.
Assunto l’aspetto di un airone grigio (al contrario della fiammeggiante aquila del mito greco rubacchiato agli egizi), Atum sale sul Ben-Ben, la prima terra emersa e “aprendo il becco ed emanando il suono” rompe il silenzio della “Notte Primordiale”.
Il Benu o Fenice, è dunque, l’Incarnazione della Parola Divina: il Logos dei greci. 
L’aspetto dell’incarnazione in airone non va presa alla lettera (come ha fatto Erodoto) ma come simbolo: si tratta della prima apparizione del Dio Supremo per annunciare la comparsa della Vita e della Luce. 
Benu, dunque, è l’Anima di Atum, così come, più tardi, il Ba, sarà l’anima dell’uomo (uccello con testa umana).
Un brano dei “Testi dei Sarcofagi” mette queste parole sulla bocca dell’anima di un defunto: 
“Io vengo dall’Isola-del-Fuoco, dopo aver riempito il mio corpo di Heka. Vengo come l’Uccello che riempì il mondo di quello che il mondo ancora non sapeva..” 
L’Isola-del-Fuoco (O dell’Avvampamento) per molti è stata identificata con Eliopoli, la citta del Sole e l’Heka è l’”essenza della Vita”; l’Uccello, infine,  è il Benu che “riempì il mondo di quello che non sapeva”.
E’, cioè, l’Uccello che attraversò l’Universo ancora immerso nella “Notte Primordiale” e giunse ad Eliopoli, la prima terra emersa, per annunciare l’Avvento della Vita e del Tempo, con tutti i suoi cicli ricorrenti: il giorno, la decade, il mese, l’anno e il tempo infinito.  

Commento di Alfio Giuffrida

Maria Pace, ex insegnante e ricercatrice di antiche etnie, è una scrittrice. E’ stata già ospite di questo sito. Il suo modo di scrivere ha molto in comune con il VERISMO INTERATTIVO ed infatti, nella pagina FOUM è già aperta una interessante discussione sull’Antico Egitto. 
Per maggiori informazioni vedi il sito http://www.mariellapace.altervista.org/ .